In un Cagliari che viaggia al ritmo dei sardi scudettati guidati dai gol di Gigi Riva 50 anni fa, le immagini di giornata sono i cinque gol segnati con altrettanti calciatori, le lacrime del «Cholito» Simeone che dopo la rete da ex alla Fiorentina non esulta e si commuove pensando a Davide Astori - ricordato dal pubblico al 13° minuto della sfida con un grande applauso - e le giocate di Radja Nainggolan, tre assist (quanti ne aveva serviti nell'intera stagione interista) e un gol da fuori area. Sull'isola si sogna la Champions e anche Rolando Maran inizia a essere felicemente preoccupato, visto che dovrà onorare la promessa fatta: «Se andiamo in Europa, mi tatuo i Quattro Mori...».
Alla Sardegna Arena è andato in scena un inedito festival del gol. L'ultima volta che il Cagliari aveva segnato cinque reti in campionato, si giocava al vecchio Sant'Elia: era il 16 aprile 2016, i sardi ne fecero addirittura sei al Brescia (e anche allora nel tabellino marcatori figurava Joao Pedro) ma erano in serie B. Tre anni e mezzo fa, quindi, sembra passata una vita come dimostra lo splendido campionato di questa stagione dopo che nelle ultime due i sardi avevano lottato per non retrocedere. Merito di numeri importanti: sette vittorie nei primi 12 turni (come nel campionato tricolore 1969/70), dodici gol subiti come l'Inter, dieci giocatori a segno come l'Atalanta, una striscia di dieci gare senza sconfitte - la più lunga degli ultimi 13 anni in A -, una media di due punti a partita che è quasi sempre valsa la qualificazione alla Champions. Cifre che non possono nemmeno essere attribuite a un calendario favorevole visto che devono ancora affrontare Juve, Lazio e Milan, ma si sono già lasciati alle spalle le sfide con Inter, Roma, Napoli e Atalanta.
Difficile non pensare in grande o quanto meno non sognare ad occhi aperti nei giorni in cui si festeggiano i 75 anni della sua icona calcistica Gigi Riva. «È un Cagliari bellissimo, ma teniamo i piedi per terra», il messaggio di "Rombo di Tuono". Oggi gli eroi di questo Cagliari, dove tutti sanno come e dove correre, si chiamano Joao Pedro (già a sei reti, a una dal suo record), Simeone - secondo sigillo nelle ultime tre gare - e un centrocampo che ha la corsa di Rog, la qualità di Nandez, la fine architettura di Cigarini e soprattutto la leadership di Nainggolan. Spesso messo in discussione per il suo essere fuori le righe fuori dal terreno di gioco, ma che quando sta bene mentalmente resta uno dei centrocampisti più completi d'Europa. La scelta di tornare a Cagliari l'ha fatta col cuore, per una battaglia che ha molto più valore.
«Perchè certe volte bisogna essere prima uomini che calciatori - ha detto di recente il Ninja, tre assist in una gara per la prima volta in carriera-. Stare lì in alto è qualcosa di impensabile...». Già, impensabile. E il 2020 sarà l'anno del centenario del club...
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.