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"Non do soldi alle lesbiche". Sonia Pessotto contro Belloli: "Ora si dimetta"

Il mondo del calcio in rivolta per la frase sessista di Belloli. E anche Tavecchio lo scarica: "Parole odiose e inaccettabili"

"Non do soldi alle lesbiche". Sonia Pessotto contro Belloli: "Ora si dimetta"

"Non si può sempre parlare di dare soldi a queste quattro lesbiche". Una frase sessista nel corso dell’assemblea del Consiglio del Dipartimento del calcio femminile del 5 marzo scorso e il presidente della Lega nazionale dilettanti, Felice Belloli, finisce nella bufera. Anche se il diretto interessato nega e si difende: "Io penso che qualcuno mi abbia teso un tranello. Non dovrebbe essere possibile che esca un documento del genere. Bisogna dimostrare che io abbia detto quelle cose, anche in presenza di un verbale. Io non ho detto quelle cose".

Il mondo del calcio è in rivolta. Nonostante Belloli continui a negare, la polemica va avanti a ardere. "Io c’ero: quella frase Belloli l’ha detta. Ora si deve dimettere da presidente della Lega Dilettanti". Sonia Pessotto, ex calciatrice e consigliera del dipartimento calcio femminile della Figc, conferma all'Ansa le frasi attribuite a Belloli da un verbale di riunione. "Sono rimasta scioccata, nessuno ha avuto la prontezza di reagire - commnenta - mi sono sentita denigrata come donna e come calciatrice indipendentemente dalle scelte sessuali. In un contesto simile non ci si deve permettere di dare giudizi che non c’entrano nulla con quello di cu si sta parlando". Dura anche la reazione di Patrizia Panico, centravanti del Verona e della nazionale: "Sono parole sessiste, maschiliste, ignoranti: e noi calciatrici, se verranno provate, siamo pronte alle protesta in campo".

Nel frattempo anche i vertici del mondo del calcio prendono le distanze da Belloli. "Se Belloli avesse detto quelle parole, sarebbe un fatto grave - commenta il numero uno della Federcalcio, Carlo Tavecchio - quella è una frase odiosa e inaccettabile". Anche il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha commentato che, se confermate, sarebbero "inaccettabili". "Io non ho poteri nei confronti di un presidente di una Lega - spiega - ma se ha l’ha fatto non è accettabile e di conseguenza il messaggio va a chi di competenza, che si deve regolare.

Un passo indietro? Se dico che sono inaccettabili, qualsiasi cosa va di conseguenza".

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