«Non garantisco il posto a Mario Cassano? Porte non troppo aperte»

«Non garantisco il posto a Mario  Cassano? Porte non troppo aperte»

Roma Prandelli a tutto campo dopo i tre giorni di stage azzurro. Il ct, in una intervista a Rai Sport 1, è partito dagli argomenti più caldi. Cassano e Balotelli, ovvero come cavarsela in azzurro? Risposta che può aprire mille dibattiti: «Le porte della Nazionale per Antonio non sono mai state chiuse, ma non sono neanche troppo aperte: è un grande talento che fa giocare bene le squadre, ma sappiamo anche che è un giocatore che devi mettere in un contesto organizzato, non devi dare solo a lui la responsabilità». Caso Balotelli: cominciano i dubbi. «Non ho ancora deciso nulla, devo valutare la condizione fisica e lo stato mentale. L'unico titolare è Buffon, tutti gli altri sono sotto osservazione, Balotelli compreso. Mario deve rimanere in un contesto di squadra, in un'idea di gioco. Eppoi lui, come Cassano, può farti fare il salto di qualità».
Il ct allunga una mano anche a Seedorf: «É una garanzia. Io non guardo i risultati, ma la qualità della persona e le proposte. Lui di idee ne ha tante. É già in discussione, e si parla di Spalletti? Luciano non ha bisogno di sponsor: carriera e serietà sono i suoi sponsor. Però fa sorridere quello che sta accadendo al Milan. Dieci giorni fa Seedorf era il salvatore della patria, ora è in discussione. Ma questo è il calcio italiano e questo nostro modo di fare ha stancato».
Infine il suo futuro: «Quando ho detto che o trovo l'accordo per il rinnovo o sto fermo significa che non riesco a giocare su due tavoli. Ho in testa il mondiale e voglio prepararlo nel migliore dei modi. Comunque la federazione sta proponendo al ct un ulteriore prolungamento a prescindere dal mondiale. È gratificante e mi riempie di orgoglio». Superata anche la polemica con Conte, mettendo qualche paletto.

«La nazionale è sempre stata oggetto di critiche: se uno critica per due giorni un club al terzo giorno c'è qualcuno che mette qualche paletto, in azzurro non è così. Noi siamo aperti, democratici: ognuno può dire quello che vuole giustamente, ma senza esagerare».

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