Il giorno dopo avrà rivisto la gara per prendere coscienza che è successo davvero. Mille giorni dopo Valentino Rossi è tornato davvero Dottore all'università della moto. Non poteva essere altrimenti. Assen è la sua pista, ha vinto otto volte di fronte a quel pubblico che sabato pomeriggio è balzato tutto in piedi quando Vale ha infilato Pedrosa all'ultima variante e preso il comando della gara. Solo Rossi riesce a entusiasmare così anche di fronte al supereroe Lorenzo.
Il giorno dopo non è quello della rivincita. Anzi un cinguettio di Vale conferma la presa di coscienza degli anni che avanzano: «Resi un po' più deboli dal tempo MA FORTI nella volontà di continuare, di cercare, di trovare e NON CEDERE!». Rossi parla anche dell'inesorabile tic-tac: «Ora spero di non dover aspettare altre 46 gare per vincere. Questa è stata una di quelle vittorie che arrivano piano piano, ma posso dire che più passa il tempo più vincere dà gusto».
Il giorno dopo, invece, è quello buono per prendersi in giro: «Ora ho un altro record da battere: diventare il pilota più vecchio a vincere una gara di Motogp. Il detentore firmò il primato ha 37 anni, quindi devo correre almeno altri 3 anni». È Troy Bayliss che vinse nel 2006, nel giorno in cui Rossi perdeva all'ultima gara il titolo mondiale contro Nicky Hayden. Quella fu la prima volta che i detrattori parlarono di declino. Ci riprovarono un anno dopo quando i guai fiscali travolsero il Dottore. E poi nel 2010, l'anno della frattura della gamba; quindi l'anno scorso alla fine dell'incubo Ducati.
Invece rieccolo e non è questione di forcella, ma di intelligenza. «È cambiato tanto rispetto a 10 anni fa: prima c'era più strategia, ora per vincere devi andare al 100% dal primo all'ultimo giro». Si è adeguato e appena la moto glielo ha permesso non si è tirato indietro. Ora ci ha preso gusto: «Sarebbe bello riuscire a rimanere lì davanti a giocarmela tutti i weekend».
Anche se i bookmaker hanno dimezzato la quota di Rossi iridato, la classifica dice che il Mondiale se lo giocano altri, lui è quinto praticamente quarto alla pari con Crutchlow, quindi ultimo dei migliori. Ma ognuno ha i suoi problemi: l'incredibile Lorenzo pagherà ancora qualcosina per la spalla, Pedrosa sbaglia sempre il colpo del ko, Marquez ha l'incoscienza ma anche l'inesperienza dei giovani; Crutchlow è un funambolo senza continuità. Il Dottore li guarda da dietro, ma ad Assen per la prima volta li ha messi in fila. Succederà ancora e Rossi sarà ago della bilancia nella volata finale. A undici gare dalla fine Pedrosa potrebbe piazzare la fuga decisiva se davvero come l'anno scorso a metà stagione potrà già contare sulla moto del prossimo anno. Così Dani nel 2012 sfiorò una clamorosa rimonta con la moto 2013.
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