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Nostalgia di CR7: addio Juve e subito record

Ha spinto per partire, bloccato Dzeko alla Signora ma è di nuovo nella leggenda

Nostalgia di CR7: addio Juve e subito record

Retroscena dalla Continassa, venerdì 27 agosto, più o meno le 10 del mattino. «Grazie della pazienza che avete avuto»: Cristiano Ronaldo lascia la Juventus dopo 3 anni e 101 gol, salutando così Max Allegri e il resto dello staff tecnico. Parla di pazienza e sicuramente allude ai tempi lunghi che si è preso per cambiare squadra e vita. Solo pochi giorni prima, lo stesso Allegri e Nedved erano certi che sarebbe rimasto e lo dicevano pubblicamente.

Il tecnico ne voleva fare il centravanti, fino al mercoledì quelli erano stati gli schemi in allenamento, anche con prove specifiche pre-Empoli. Quanto sarebbe servito CR7 s'è poi visto sul campo e la doppietta all'Irlanda con cui il portoghese è diventato primatista assoluto per gol segnati in Nazionale, altro non fa che confermarlo.

Retroscena numero 2, sabato 31 di luglio. Qualcuno della Juventus (Nedved? Cherubini?) telefona al procuratore di Dzeko: «Mi spiace, non se ne fa nulla, siete liberi». Il bosniaco era stato bloccato da 2 mesi. Ma quel giorno la Juventus era convinta che Ronaldo sarebbe rimasto. Poco dopo l'Inter ha venduto Lukaku e alla Juventus non è rimasto che prendere Kean. Ci ha provato anche con Icardi, ma nel frattempo era troppo tardi. L'esitazione di CR7 (che smaniava dall'andarsene, ma non sapeva dove) ha quindi tolto Dzeko alla Juventus, lasciandolo all'Inter. Un danno doppio, che rischia di pesare nella corsa scudetto, anche se un tecnico da sempre aziendalista come Allegri, si è messo a lavorare ipotizzando la Juventus che verrà: 4-4-1-1 il modulo base, dove all'ultimo uno si alterneranno Morata e Kean e il penultimo sarà ovviamente Dybala, salvo mixare tutto per necessità.

Di CR7 bianconero restano i 101 gol di 3 stagioni e quel senso di vivere e di essere sempre oltre le regole e le leggi, non solo quella di gravità che riesce a governare quando stacca in cielo per colpire di testa. Uno che dà uno schiaffo a un avversario (l'irlandese O'Shea) e non viene punito perché l'arbitro è distratto dall'analisi del Var, non può essere che un tipo benedetto dalla sorte.

Nostalgia Ronaldo. Passerà prima o poi?

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