Lippi: "Occhio Juventus, Milan e Inter possono tornare"

Parla l'ex ct: "El Shaarawy un campione. E Stramaccioni è il tecnico giusto. Il derby di Milano? Non vedo una favorita"

Lippi: "Occhio Juventus, Milan e Inter possono tornare"

Chissà che sapore ha, il derby della Madonnina, a 9.500 chilometri di distanza. Marcello Lippi, anche il Milan è davvero in ripresa?

«Per il rinnovamento, l'inizio non è stato facile. Ora Milan e Inter ci arrivano con buona convinzione e due partite molto positive».

Chi è favorito?

«Nelle stracittadine nessuno parte mai avvantaggiato».

Vale solo per il terzo posto?

«È opinione generale che la Juve sia la più forte, mentre il Napoli sembra la principale antagonista. Una crescita potrebbe far inserire anche le milanesi nella lotta per lo scudetto».

A 36 anni Lippi cosa faceva?

«Allenavo la primavera della Samp, avevo smesso da 3 anni».

Stramaccioni non è arrivato troppo presto all'Inter?

«Era già lì, si è fatto notare vincendo la Champions giovanile, c'era un momento di necessità e la società ha puntato su un tecnico giovane. Sembrerebbe la scelta giusta».

El Shaarawy , 5 gol in 10 giorni.

«È un campione, un ragazzo con grandi doti tecniche. E lavora per la squadra, aiuta e rientra».

Come Del Piero. Può emularne la carriera?

«Chi lo sa. Certamente è un ottimo giocatore».

A proposito, oggi seguirà il debutto di Alex in Australia?

«Se lo trovo, in tv, con piacere. Ci siamo sentiti diverse volte ultimamente. È entusiasta».

Come lei è finito lontano...

«Abbiamo condiviso tante esperienze in Italia, preferendo ora la lontananza. Il mio ricordo più bello con lui non è tecnico, ma umano: avere intrattenuto un rapporto così lungo e felice con una persona straordinaria. Ha voglia di giocare, può proseguire sino a 40 anni».

Perchè entrambi avete rifiutato offerte dalla serie A?
«Alex non voleva indossare altre maglie italiane; anch'io sono stato coerente. Le esperienze sono state così prolungate e importanti che in noi c'era la voglia di andare a cercare una realtà diversa».

Non ha provato a convincerlo a venire in Cina?

«La politica del Guangzhou è di puntare su giovani».

Davvero adesso rischia il licenziamento?
«Avevamo 7 punti di margine, adesso siamo primi assieme al Jiangsu, a 4 giornate dal termine, e a novembre disputeremo la finale di coppa di Cina. Mercoledì siamo usciti dalla Champions asiatica per una rete, dopo una gara spettacolare».

D'accordo, ma il finanziere Xu Jaiyin le dà 10 milioni di euro a stagione...
«Proprio la scelta della società, anche in termini di ingaggio, fa ipotizzare che sia in bilico, ma non c'è nessun problema. La difficoltà maggiore è la comunicazione, ho un interprete costantemente al mio fianco ma non è semplice trasferire quanto mi arriva da cuore e cervello. Qui mancano l'abitudine a gare di un certo livello, aggressività e pure il movimento senza palla».

Suo figlio Davide, procuratore, considera l'argentino Dario Conca fra i 6 trequartisti più quotati al mondo...

«In Brasile fece molto bene, alla Fluminense, e pure con me vive un'ottima annata. Peccato ci abbiano azzoppato il brasiliano Muriqui. Le migliori squadre non sfigurerebbero nel campionato italiano, ci sono anche Drogba, Keita, Kanoute».

In serie A Cavani ha segnato 89 reti, considerati i 25 anni può puntare ai 274 del record di Silvio Piola?

«È un campione. Ha incredibile dimestichezza con il gol e piace agli allenatori perché difende».

Ferrara alla Sampdoria arriverà in Europa League?
«Sono contentissimo per com'è partito. A Torino non visse una stagione fortunata, già all'under 21 aveva dimostrato di avere le carte in regola».

Conte tornerà fra due mesi, a Palermo.

«La sensazione è che la Juve vada avanti bene anche senza il suo allenatore in panchina. Carrera fu titolare nel mio primo scudetto. È una grande persona e proprio quel rapporto iniziato all'epoca fa sì che i due ragionino alla stessa maniera. Perciò non fatica a tradurne in partita il lavoro settimanale».

Lei è mai stato squalificato?

«Alla Carrarese, nell'89, presi due mesi per uno spintone all'arbitro, ma non l'avevo dato. Comunque si incide anche dalla tribuna».

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