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Olimpiade senza fine: quartetto e Paternoster, due storici ori mondiali

Trionfo di Ganna, Bertazzo, Consonni e Milan. E Letizia vince nella gara a eliminazione

Olimpiade senza fine: quartetto e Paternoster, due storici ori mondiali

Italia. Paese di santi, poeti e inseguitori. È un momento così: andiamo di fretta e sappiamo farlo sia a livello individuale che di squadra. E quel che stupisce il mondo è che lo sappiamo fare su pista, nonostante in Italia ci sia solo un impianto al coperto, quello di Montichiari in provincia di Brescia, che in questo periodo è chiuso per manutenzione.

Italia Paese di santi, poeti e inseguitori. Dopo l'oro olimpico di Tokyo, ecco quello iridato di Roubaix, che arriva dopo 24 anni da quel 1997 a Perth in Australia, all'epoca per mano e gambe di Mario Benetton, Adler Capelli, Cristiano Citton e Andrea Collinelli. Questa volta i quattro moschettieri sono cinque. A super Filippo Ganna, a quel portento di Jonathan Milan destinato a diventare l'alter ego del piemontese, a Simone Consonni e Francesco Lamon, tutti oro il 4 agosto scorso a Tokyo, si è aggiunto Liam Bertazzo, che nella semifinale e nella finale di ieri ha sostituito appunto Lamon.

L'Italia ha pedalato in 3.47.192 respingendo l'assalto di una Francia - Thomas, Tabellion, Denis e Boudat molto ispirata e bravissima nel tener testa agli azzurri fino a 400 metri dalla conclusione, quando poi si è disunita e spaccata sotto l'impulso brutale di Filippo Ganna che ha letteralmente sgretolato le velleità dei transalpini davanti al pubblico amico. Medaglia di bronzo alla Gran Bretagna che ha avuto la meglio su una rinnovatissima Danimarca, che si è disunita negli ultimi giri.

Italia Paese di santi, poeti e inseguitori, sia tra i ragazzi che tra le ragazze, che ieri hanno centrato per la prima volta nella storia una finale mondiale con Elisa Balsamo (campionessa del mondo in carica su strada), Chiara Consonni, Martina Fidanza (fresca iridata nello scratch mercoledì, purtroppo ieri nella stessa specialità Viviani ha perso l'attimo e non è andato oltre il 9° posto) e Martina Alzini. Le azzurre hanno pedalato in 4.11.947 abbassando di oltre 3 secondi il tempo fatto segnare l'altro ieri in qualificazione. Nella finalissima niente da fare: vittoria della Germania (che aveva battuto l'Irlanda in semifinale) in 4.08.752, italiane d'argento in 4.13.690 però in gara per due chilometri a pari tempo, solo poi si è aperto il divario (bronzo alla Gran Bretagna sul Canada). Il quartetto azzurro ha comunque confermato la grande condizione e le potenzialità di un gruppo giovane che può col tempo solo migliorare.

Italia Paese di santi, poeti, inseguitori e non solo. Neppure il tempo di gioire per l'argento in rosa, che Letizia Paternoster, nella gara a eliminazione, ha centrato uno splendido oro davanti alla belga Kopecky e alla statunitense Valente.

In ogni caso, per Dino Salvoldi, il Ct azzurro dal 2001 e destinato a lasciare questo incarico dopo cinque Mondiali su strada vinti dal 2007 e cinque su pista (dal 2005), ha portato il numero di medaglie complessive a quota 315.

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