
I due giganti non si risparmiano, nemmeno sul Mont Ventoux, il gigante della Provenza. Se le suonano di santa ragione Jonas Vingegaard e Tadej Pogacar. Il danese, che deve recuperare terreno, prova ad attaccare lo sloveno quattro volte. La maglia gialla, che lo segue come un'ombra, risponde colpo su colpo, infliggendogli anche uno scatto dei suoi, che fa male ma non la differenza. Alla fine sono in tanti a ritenersi soddisfatti: Pogacar che non perde un secondo, anzi nello sprint finale ne porta a casa altri due, portando il suo vantaggio a 4'15. Vingegaard, che corre con personalità e tiene il passo del marziano sloveno: non raccoglie granché, ma il fatto stesso di aver pedalato ai livelli della maglia gialla lo conforta. Poi il vincitore di tappa, Valentin Petit Peintre, piccolo scalatore francese di 24 anni, già vincitore un anno fa al Giro (Bocca della Selva, ndr), capace di regalare il primo successo al suo Paese con una volata mozzafiato sul generoso irlandese Ben Healy.
"Restare al livello di Pogacar mi ha dato grande motivazione", assicura Vingegaard, che dopo l'arrivo subisce però l'attacco più violento, andando a sbattere contro un fotografo e procurandosi una botta alla spalla destra. "Oggi mi sentivo davvero bene: non ho guadagnato tempo, ma fiducia", assicura Vingegaard. Ormai è un mantra: provarci! Se lo impone e lo assicura il corridore danese che non si dà per vinto e sembra essere più che convinto della possibilità di mettere in crisi la maglia gialla, che ieri al terzo allungo, ha provato a rispondere senza però prendere il largo. "Sento di avere spazio per inventarmi qualcosa di importante", ripete sul traguardo il danese.
Pogacar lascia dire e fare. Cerca di rispondere e gestire al meglio le energie rimanenti. Oggi tappa per le ruote veloci, con il nostro Milan che va alla ricerca del secondo successo di tappa e di quei punti per mettere al sicuro la maglia verde che è sempre sulle sue spalle ma lo sloveno è a soli 11 punti dal friulano. Domani tappa alpina, con arrivo a Courchavel Col de la Loze, dove due anni fa Tadej perse quasi 6' da Vingegaard.
Mentre il danese e lo sloveno continuano la loro sfida anche nel dopo corsa, il norvegese Tobias Johannessen, ottavo in classifica arriva con un ritardo di 5'11 dal vincitore ed è costretto a far ricorso all'ossigeno per problemi respiratori: si riprende in ambulanza. Fermato fin dal mattino dalla polmonite Mathieu Van der Poel, vincitore di tappa e maglia gialla. Voleva onorare nonno Poulidor vincitore sul Monte Ventoso sessant'anni fa: dovrà pensare a guarire.