Hanno prima mandato avanti Bernard Hinault, adesso i francesi, come era prevedibile, sono pronti a passare dalle parole ai fatti. Froome? Anche no.
La notizia è rimbalzata dalla Francia ieri mattina, a poco meno di una settimana dal via della Grande Boucle. Il campione britannico, tuttora sotto inchiesta per l'eccesso di salbutamolo riscontrato alla Vuelta dello scorso settembre, non è gradito sulle strade del Tour.
La Francia alza i toni e abbassa la claire al corridore più vincente degli ultimi anni, capace di conquistare quattro delle ultime cinque edizioni della Grande Boucle, oltre ad una Vuelta e un Giro d'Italia. Perché gli organizzatori dell'Aso non lo vogliono? Per difendere l'immagine della corsa, come in pratica hanno spiegato in una lettera inviata direttamente al Team Sky.
Un'azione mediatica per accendere i riflettori della corsa ciclistica più importante del pianeta al momento soffocata dai mondiali di calcio? Probabile. Un'azione d'immagine, per la serie: noi facciamo tutto quello che è nelle nostre possibilità. Ci può stare tutto. Per quanto clamorosa, quella resa nota ieri dal quotidiano Le Monde non è certamente una decisione che sorprende. Non per niente Il Giornale, ha sempre parlato di Froome come di un corridore che si muove con un asterisco a margine e un punto di domanda a seguito.
Prima hanno mandato in avanscoperta Bernard Hinault, una leggenda dello sport transalpino, per anni al fianco dell'organizzazione della corsa. «Se c'è lui al via, i corridori devono mettere il piede a terra e scioperare», aveva detto una decina di giorni fa il fuoriclasse bretone.
Una presa di posizione dura, quella degli organizzatori francesi, che mette pressione e rende questa vigilia incandescente, al di là del solleone. Di qui a sabato, toccherà al Team Sky fare tutto il necessario per riaprire le porte al proprio capitano. Per il quotidiano Le Monde, il team inglese ha già presentato alla camera arbitrale del Comitato olimpico Francese (Cnosf) un appello che sarà discusso d'urgenza domattina alle 9. È lo stesso organo che, nove anni fa, rimandò al mittente la decisione del Tour di non ammettere al via Tom Boonen per una positività alla cocaina riscontrata fuori competizione.
Ieri Dave Brailsford, gran capo del team Sky, era a pedalare sulle nostre strade, alla Maratona delle Dolomiti. È apparso sereno, anche se non ha voluto commentare: «Non posso dire niente, sono molto sereno e spero che tutto possa definirsi entro l'inizio del Tour».
Da fonti vicine al Team Sky, il verdetto del Tribunale Unico dell'Uci potrebbe arrivare ad ore. In questo caso metterebbe la parola fine a tutta questa intricata e dolorosa vicenda, dove è chiaro che sul banco degli imputati c'è la Wada, l'organizzazione mondiale dell'antidoping, che ha legiferato una norma poco chiara e fallace.
Se così non fosse, bisognerà attendere ventiquattr'ore: dovesse essere confermata l'esclusione da parte del Cnosf, la Sky potrà presentare appello al Tribunale arbitrale sportivo (TAS) di Losanna, contando su una decisione d'urgenza. Situazione intricata e alquanto esplosiva: giallo su giallo.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.