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Ora il Diavolo s'infiamma. Maldini contro Gazidis. E Allegri un po' se la ride

L'ex capitano ora dirigente boccia Rangnick ("Non da Milan"), esalta Pioli e apre al toscano

Ora il Diavolo s'infiamma. Maldini contro Gazidis. E Allegri un po' se la ride

Il famoso derby d'Europa (unico precedente italiano di due finaliste di Champions, Manchester 2003) si replica stasera a San Siro, pieno ancora una volta, nel format semifinale di coppa Italia. C'è un convitato di pietra che aleggia sulle due panchine e si chiama Max Allegri. L'interessato è persino seccato dall'eccessivo interesse intorno al suo futuro professionale tanto da non rispondere ai cento messaggi che affollano il suo telefono. Si sa: il livornese è fatto così. Prudente quanto basta da restare lontano dalle polveriere di Milan e Juventus eppure pronto, in privato, a spiegare gli esagerati affanni della Torino bianconera rispetto ai risultati fin qui collezionati e l'affollata linea di comando rossonera da cui discendono errori e ritardi in classifica. Allegri è uno di parola: promise ai suoi amici del gabbione di Livorno che si sarebbe preso un anno sabbatico e così ha fatto dedicandosi agli affetti. Ha perciò declinato l'invito del Tottenham e questo comportamento ha fatto scattare in taluni il convincimento che a fatica lascerà l'Italia a giugno prossimo. A meno di una chiamata da uno dei quattro top club europei: più che Inghilterra, Parigi.

Stasera sarà davanti alla tv, naturalmente incuriosito dalle modalità con cui Milan e Juve usciranno dalle rispettive curve. Sarri è stato, per una volta, meno autolesionista. Invece di ricorrere alla frase di Verona («Qualcuno mi aiuti») che ha fatto scattare l'allarme in casa Agnelli, si è detto pronto a superare l'esame di riparazione. «Altrimenti avrei fatto domanda di assunzione alle poste». Gli ha fatto eco, con una frase che ha il valore simbolico di una bomba carta fatta esplodere sotto la scrivania di Gazidis, Paolo Maldini. L'ex capitano ha bocciato la candidatura dell'allenatore tedesco Rangnick, sondato dall'ad rossonero. «Non è il profilo giusto per il Milan» ha spiegato a Sky. È favorevole a un eventuale ritorno di Allegri, tutto da costruire, naturalmente. Elogi sperticati invece dedicati a Pioli e soprattutto a Ibra che stasera torna nell'arena con un altro rivale come CR7 dopo la sfida con Lukaku. Passerà da questi due fuoriclasse l'eventuale finale di coppa Italia di Milan o Juve e forse anche il futuro destino di Allegri. «Ibra e Kjaer sono utili per far maturare i giovani ma da soli non bastano» è la convinzione di Maldini, condivisa anche da Boban, altro segnale di rottura col diktat di Elliott che vorrebbe continuare a far collezione di giovanotti dallo stipendio ridotto, dal cartellino basso e dalla prospettiva di plus valenza sul mercato.

Di questi tempi, per la concorrenza, è come acquistare un biglietto del superenalotto sperando di vincere il mega premio.

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