Ora il dream team è una crisi di nervi

Di Francisca: «Non più unite». Errigo: «Pensi a far bene che non le riesce»

Ora il dream team è una crisi di nervi

C'era una volta il Dream Team. Più che un sogno, sembra un incubo. Lo chiamano Dream Team perché dal 1992 in poi ha lasciato le briciole agli altri Paesi. Una squadra imbattibile che, per fortuna nostra, ha regalato medaglie a caterva al medagliere olimpico e mondiale dell'Italia della scherma. Ma ora di quel Dream Team non c'è più traccia: o meglio, la squadra c'è resta comunque da medaglia alla pari di Russia e Usa - e ha già intascato il pass per Tokyo 2020. Ma nel gruppo azzurro, complici dei risultati non all'altezza del passato, c'è per usare un eufemismo un bel po' di tensione nell'aria.

A sei mesi esatti dai Giochi, proprio non ci voleva. A scatenare il marasma, infatti, sono state le frasi rilasciate da Elisa Di Francisca al Corriere dello Sport dopo il deludente terzo posto in Coppa in Polonia: «Abbiamo un problema: non ci amalgamiamo, le compagne non mi seguono. Prima facevamo l'inno e cantavamo, ballavamo e il tutto creava gruppo. Non c'è gioia. Ora ognuna si fa gli affari propri. Se queste parole daranno fastidio alle compagne? Chi se ne importa, tanto mi resta poco». Non si è fatta attendere la risposta di Arianna Errigo, l'altra stella della squadra che tra l'altro ha ancora in ballo la querelle con la federazione, contraria alla sua scelta di gareggiare anche nella sciabola. La brianzola, piccata, ha risposto così sui canali social: «Purtroppo mi trovo a rispondere pubblicamente ad un articolo che avrei preferito non leggere. Non voglio soffermarmi troppo sulle cose dette da Elisa perché ognuno ha le sue idee, per quanto strampalate mi possano sembrare. Se il mio obiettivo fosse quello di compattare la squadra, proverei a rivolgere parola alle mie compagne. Le cose andrebbero dette di persona invece che sui giornali. Se fossi in lei, mi concentrerei sul lavoro anziché disperdere energie in polemiche inutili.

Pensi al suo compito di chiudere la prova a squadre, visto che non le sta riuscendo troppo bene».

Un botta e risposta, tra compagne di Dream Team, che non serve proprio a nulla, se non ad allontanare di vista il bersaglio a cinque cerchi. Dove, certe stoccate, contano per davvero.

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