Paolo Berlusconi: "Moviola in campo". E promuove Barbara

Il vice presidente del Milan parla di un futuro da presidentessa per la nipote Barbara

Paolo Berlusconi: "Moviola in campo". E promuove Barbara

E sono trenta. Trenta punti (in 12 partite) collezionati nel 2013 dal Milan. E trenta e lode fin qui per Allegri e la sua banda di giovanotti dal futuro assicurato che adesso preparano lo scontro diretto con la Fiorentina e raccolgono i diffusi consensi di critici, tifosi ed esponenti della famiglia Berlusconi. Per esempio Paolo, fratello di Silvio, vice-presidente dal primo giorno della rifondazione del club rossonero. «Alla rimonta non ci credeva nessuno e ricorda quella effettuata da Silvio in campagna elettorale testimonianza plastica del dna da combattente trasferito dal presidente ai dirigenti della società e ai calciatori» la prima riflessione di Paolo Berlusconi. Che è pronto a sottolineare il tratto più evidente del Milan mostrato nelle settimane difficili, quando dinanzi alla falsa partenza (7 punti nelle prime 8 partite) ha resistito alla tentazione di cambiare l'allenatore. «Perché non siamo una società superficiale e i dirigenti non si lasciano influenzare dai giornali» la spiegazione didascalica fornita al sito calcissimo.it che l'ha intervistato prima del successo di Verona col Chievo.

La svolta epocale è arrivata in estate, con il cambio di filosofia, la cessione dei due quadri d'autore Thiago Silva e Ibrahimovic e l'addio dei mostri sacri, rimpiazzati da una nidiata di acerbi talenti da allevare e lanciare, «da Balotelli al nostro nuovo Maldini, De Sciglio»: messi in sicurezza i conti del club (che ha chiuso in parità il recentissimo bilancio) e rilanciata la cifra tecnica del Milan. «Per vincere c'è bisogno di far maturare la cantera rossonera ma nel frattempo già incutiamo timore» è la riflessione di Paolo Berlusconi. Merito della rivoluzione estiva, del paziente lavoro di Allegri («è uno dei tecnici più vincenti») e delle scelte di Adriano Galliani («numero uno, inimitabile anche per come esterna la sua gioia ad ogni gol rossonero») al cui fianco da qualche tempo è apparsa Barbara Berlusconi, «entrata nel cda milanista in modo intelligente, consapevole di poter approntare idee nuove» il giudizio di Paolo Berlusconi che non ha escluso un futuro impiego in prima linea della nipote, da presidente addirittura («penso di sì»).

Ma la rivoluzione più attesa per Paolo Berlusconi è una sorta di moviola istantanea. Qui la sua spiegazione è d'obbligo: «Non mi riferisco al gol fantasma del quale pure si discute da tempo: basterebbe l'applicazione di microchip a palloni e porte per evitare abbagli. Ma quanti di questi episodi accadono nel corso di un campionato? Un paio al massimo. E invece quanti sono i fuorigioco che nel corso di una partita possono stravolgerne il risultato? Diciamo da un minimo di 2 a un massimo di 5 per partita. Fate un piccolo calcolo e vi accorgerete che nell'arco di un campionato gli episodi discussi possono diventare da 1.520 a 1.900: tantissimi, troppi.

Allora sarebbe sufficiente far proseguire la partita lasciando all'arbitro posizionato in sala regia la facoltà di interrompere solo nel caso constatasse, rivedendo in tv l'azione, l'errore commesso. Cronometro alla mano la perdita secca sarebbe di 10-15 secondi al massimo. Ma quante polemiche in meno?». Una valanga, di sicuro. Come quelle che scandiranno il prossimo dibattito.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica