Il brusco risveglio da un bel sogno: quando già gl'ingordi guardavano al secondo posto del Napoli, non paghi del quarto e nemmeno di essere già davanti all'Inter, improvviso è arrivato il ruzzolone che azzera quasi tutto. Restano la classifica consolatoria - in linea con l'obiettivo di stagione - e la sensazione di aver fallito l'esame. Come quando sai che puoi riprovarci, ma che c'è ancora tanto da studiare. L'esito del derby è stato più netto del risultato e poco conta che nel finalissimo il Milan abbia sfiorato il pareggio: sarebbe stato frutto più del caso che del gioco.
La semplice mossa di Spalletti (Vecino dietro Lautaro, mica Skriniar centravanti o Handanovic playmaker)) ha sorpreso Gattuso più del dovuto e tra gli equivoci che andranno sciolti da qui a fine stagione c'è anche quello del giovane allenatore. Perché se è vero che Leonardo dubitava di lui quando le cose andavano male (a Natale, mica preistoria), è facile supporre che basterà un altro paio di partite sbagliate per tornare alla casella di partenza. Contro Gattuso gioca anche la furibonda e inedita lite in diretta tv tra Kessie e Biglia, che restano diversamente e vergognosamente colpevoli, ma che se la caveranno con una multa. L'idea sacrosanta di fare saltare almeno una partita a Kessie, si scontra con l'assunzione di corresponsabilità di Biglia e soprattutto le necessità pratiche della squadra, che non può rinunciare contemporaneamente a 2 centrocampisti, pur per sacrosanti motivi d'immagine. Bravi sono stati al Milan a medicarsi in pubblico la ferita appena aperta, ma indubbiamente - semmai il clima dovesse guastarsi - c'è chi potrebbe ricondurre all'allenatore, capo e gestore dello spogliatoio, anche questa responsabilità. Non per nulla Gattuso domenica notte appariva quasi più scocciato per la lite che per la sconfitta.
L'altro grande equivoco del Milan è Paquetà: nel derby è ufficialmente uscito per un problema muscolare. Vedremo cosa accadrà con la Selecao alla quale s'è aggregato ieri, ma la sensazione forte è che il malanno sia il tentativo di trasformare in "fisica" una sostituzione "tecnica" dopo 45 minuti regalati agli avversari, in una posizione che non è la sua. Paquetà è bravo, forse è anche molto forte, di sicuro non è un incontrista e nello schema attuale è palesemente adattato. Fino a quando? Le sole cose belle che si ricordano del suo primo derby le ha fatte in area o nel suo limite. Di questo bisognerà prima o poi tenere conto, se si crede in lui.
Nel derby (per la statistica, l'ottavo perso degli ultimi 16 di campionato; con 2 sole e misere vittorie, l'ultima 3 anni fa) Piatek è rimasto a guardare, senza mai sfoderare le sue ormai temutissime "pistole": ha infatti toccato pochissimi palloni (15) pur correndo moltissimo per uno del suo ruolo (quasi 11 km). Un corpo estraneo o poco meno, uno spreco di centravanti, vista l'attitudine stagionale al gol e il suo rendimento anche nel Milan. Ecco, sarà il caso che la squadra giochi presto anche maggiormente in funzione del suo uomo-gol, che non può sempre fare centro alla prima o seconda occasione, come a Verona e non solo.
E poi c'è Suso, ma qui siamo oltre il semplice equivoco.
Qui siamo al vero e proprio mistero del Milan: dov'è finito? Sta male? Si curi, lo curino, giochi un altro (magari Castillejo a tempo pieno). Non sta male? Si alleni, lo allenino, giochi un altro (magari Castllejo a tempo pieno).
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.