MilanoDopo 15 anni il Verona torna da San Siro con un punto in saccoccia. Meritato e firmato da Nico Lopez, appena sbucato dalla panchina e capace già con l'Inter di farsi valere in zona gol. Il Milan disperde il tesoro del terzo successo del 2015 e fa ripiombare tutti, Inzaghi in prima fila, in fondo al tunnel di una crisi troppo lunga per non lasciare segni. I progressi sperati non si vedono, i fatti sono pochissimi e dovuti tutti a Mexes, un difensore che deve improvvisarsi centravanti per rincorrere il Verona già scappato in vantaggio. Nonostante la presenza di un bel mucchio di difensori, la squadra rossonera è capace di subire il secondo gol a pochi secondi dai titoli di coda, segno evidente che non è moltiplicando il numero delle sentinelle che migliora la difesa. Scadente il gioco anche quando è possibile, nella ripresa, giocare di contropiede: Cerci è un fantasma, Menez finisce coi crampi intestardendosi, e non parliamo degli altri, pronti a subire, soltanto a subire. A questo punto attendiamo le decisione del presidente Silvio Berlusconi. Solo lui può decidere se l'esperienza di Pippo è da considerarsi conclusa oppure no.
Le due sorprese apparecchiate da Inzaghi (Mexes centrale di difesa invece di Bocchetti, Pazzini centravanti al posto del discusso Destro) hanno sortito un parziale effetto. Meglio spiegarsi subito: la differenza non è certo tra il rendimento del giovane attaccante arrivato dalla Roma e subito messo da parte e quello dello stagionato italiano che si è battuto secondo tradizione. Il minimo comun denominatore che fa ripiombare il Milan nei difetti più noti è la povertà di gioco, di idee, di schemi che consentono al Verona di balzare in vantaggio grazie a una sortita di Ionita stroncata, in modo scellerato, da Muntari alle soglie della sua area. Inevitabile il rigore, non previsto lo "scavetto" di Toni al centro numero 13. È invece Mexes il vero centravanti di questa squadra costretta a improvvisare trame non avendo un copione collaudato a disposizione: Menez è l'unico in grado di saltare qualche birillo veronese, anche Bonaventura stenta e con lui delude Cerci. Tra il finale del primo tempo e l'avvio della ripresa, il Milan può capovolgere il risultato grazie al francese col codino. Su un calcio piazzato, posizionato in zona strategica, Filippone si procura il rigore dell'1 a 1 (fallo di Jankovic) trasformato da Menez. Su un altro assalto cieco, in avvio di ripresa, si ritrova sempre in area, trascurato dalla difesa di Mandorlini (espulso nel finale per proteste), vince un paio di contrasti e da posizione molto defilata può timbrare il 2 a 1, improvviso, imprevisto e fino a quel punto non proprio meritato, col contributo decisivo di Tachtsidis.
Il Verona non è nemmeno fortunato (traversa di Tachtsidis). Nel frattempo Menez si accartoccia su se stesso, Honda è il sostituto non esaltante di Cerci e il secondo cambio è un inno al calcio d'antan: Bocchetti (un difensore) per Pazzini (centravanti), oltre che provocare il disappunto dell'interessato è un messaggio difensivo per tutto il Milan. Mal gliene incolse.
Marcatori: 18'pt Toni rig., 41'pt Menez rig., 2'st aut. Tachtsidis, 50' st N. Lopez
Milan: Diego Lopez, Bonera, Paletta, Mexes, Antonelli, Bonaventura, Muntari, Poli, Menez (46'st Destro), Pazzini (32'st Bocchetti), Cerci (19'st Honda). All. Inzaghi.
Verona: Benussi, Sala, Moras, Rafael Marques (5'st Rodriguez), Pisano, Tachtsidis, Jankovic (33'st N.Lopez), Ionita, Hallfredsson (17'st Obbadi), Juanito Gomez, Toni . All. Mandorlini.
Arbitro: Giacomelli.
Ammoniti: Poli, Ionita, Hallfredsson.
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