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Le parole di Sacchetti come vaccino olimpico

Le parole di Sacchetti come vaccino olimpico

Grazie, Meo Sacchetti. Sentitamente grazie per aver rimesso a posto questi cinque cerchi sbilenchi. Grazie per aver zittito il troppo rumore provocato dal loro roteare in questi giorni di vigilia come ruote d'auto senza più pneumatici. Grazie per aver con quelle poche parole ridato peso e dignità ai valori maltrattati dell'olimpiade più disgraziata della storia. Grazie per averlo fatto nell'ultimo giorno utile prima della cerimonia d'apertura più surreale, mesta, monca e imbarazzante di sempre.

Grazie per aver centrato, come in un canestro da tre a tempo scaduto, il bisogno di carezze di tutti gli atleti e, fra questi, il popolo più numeroso e silenzioso, quello dei desaparecido dello sport che ricompaiono ogni 4 anni, stavolta 5, stavolta per di più costretti a sentirsi non voluti, non attesi, non importanti, solo figuranti indigesti dietro la super star covid. Grazie da chi non crede e mai ha creduto che l'importante sia partecipare e però e convinto che non vi sia nulla di più magico, sacralmente sportivo di trionfare o perdere a un'olimpiade.

Grazie per aver detto «ho vinto l'Europeo dell'83 ma se devo scegliere la cosa più bella mai fatta è stata l'Olimpiade del 1980, anche se è arrivato solo un argento perché i Giochi hanno un fascino particolare, perché anche stavolta non mi aspettavo di vivere delle sensazioni così forti ma lo spirito olimpico quando ti entra ti entra».

Parole che vaccinano questa vigilia disgraziata. I giapponesi, popolo d'onore e tradizioni e cortesia sempre su binari che diventano schiaffo e astio appena deragliano, l'avevano da mesi il vaccino olimpico ma non hanno saputo usarlo. Paure, avversioni, hanno preferito questo arcobaleno di disagi mentre avrebbero potuto iniettarsi il vaccino olimpico. Sarebbe stato facile, neppure il bisogno di tendoni ed eserciti. Solo passione ed emozione. Loro hanno perso l'occasione, noi siamo ancora in tempo. Iniziamo da oggi. Con la cerimonia peggiore di sempre.

E due alleati: le parole del ct dell'Italbasket e lo spirito olimpico.

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