Leggi il settimanale

"Parte da casa mia il sogno di alzare la Coppa a Rio"

Il ct dell'Italia torna nel suo oratorio di Orzinuovi: "Qui ho imparato come gestire il gruppo, anche in nazionale. I bulli non trovano spazio"

"Parte da casa mia il sogno di alzare la Coppa a Rio"

Tornare a casa è fondamentale per preparare il viaggio più importante. Cesare Prandelli lo sa e non si è lasciato sfuggire l'occasione della presentazione della Junior Tim Cup, il torneo organizzato dal Centro Sportivo Italiano in collaborazione con la Lega Calcio. Teatro il suo rifugio, la sua Orzinuovi e il suo oratorio “Jolly”. «Prima di venire sono passato da mia mamma e le ho detto “Vado all'oratorio”. E lei: “Ancora?”. Allora le ho promesso di non scavalcare...». E giù risate. E poi serio: «Non bisognerebbe mai smettere di andare all'oratorio. Come ha detto il Mondo (Emiliano Mondonico, ndr) deve essere un riferimento».

Cosa significa nella sua vita?
«L'ho vissuto fisicamente, un'esperienza che mi ha fatto da guida».

Come i cartellini di don Vanni?
«Ti facevano stare fuori per una settimana, ma ti insegnavano tanto. Ricordo ancora un “giallo”. Ero chierichetto e lupetto, ma al sabato se c'era la partita andavo a giocare... Don Vanni mi disse: “Non puoi fare tutto”. Arrivammo a un compromesso...».

Una lezione continua che torna utile a Coverciano...
«Certi episodi rimangono e per risolvere qualche problema faccio riferimento anche a quello che mi è capitato. Per chi faceva il bullo con Don Vanni erano dolori».

Bullismo, alcool e fumo sono i pericoli dei giovani d'oggi ma non solo...
«Anche a me fuori dall'oratorio una volta hanno offerto afghano da fumare. Ho avuto la fortuna di incontrare grandi educatori...».

Quelli che servirebbero nel calcio ostaggio di razzismo e violenza. Ora si riempiono le curve con i bambini...
«Iniziativa straordinaria. E finalmente ci è arrivato anche Blatter...».

Come la società anche l'oratorio è sempre più multietnico c'è chi spinge per lo ius soli sportivo, cosa ne pensa?
«Figc e Coni ci stanno pensando. Malagò ha detto che è uno degli obiettivi. Se il Coni ci dà l'indirizzo siamo felici di percorrere questa strada. Siamo in ritardo rispetto ad altri Paesi».

Ottimi educatori potrebbero essere anche i campioni, magari aderendo al servizio civile sportivo...
«Tanti lo fanno, senza pubblicità. E comunque se avessero del tempo libero, gli farei volentieri anche qualche stage in più...».

Già, perché tra pochi mesi c'è un Mondiale da giocare. L'oratorio è palestra di vita, ma anche altro?
«È il posto ideale dove migliorare tecnicamente... Buche e spazi stretti per imparare il controllo di palla e saltare l'uomo. Si torna a cercare i giocatori d'oratorio».

Dove ha imparato a sognare...
«Da bambino il sogno era avere sempre una passione per cui vivere. Ora vorrei rendere felici milioni di persone alzando qualcosa di meraviglioso. Soprattutto per i bambini».

Come quelli che gli regalano la fascia di capitano. Il ct azzurro si commuove e li spedisce in campo. Un po' di tecnica e partitella. Prandelli resiste quattro tocchi, mette una pettorina e si butta nella mischia. Poi si gode l'abbraccio della sua gente. Un tifoso gli allunga un ombrello della Juve.

Lui firma, qualcuno azzarda: «È il suo futuro». Per ora c'è solo il Mondiale. E allora via di corsa a casa, apre la porta e guarda il muro di cinta: «Scavalcavo qui». L'oratorio, palestra di vita: è pronto a scalare il mondo.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica