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La partita che non finisce mai

Una partita così sarebbe piaciuta a Soriano quello del rigore più lungo del mondo

La partita che non finisce mai

Una partita così sarebbe piaciuta a Soriano quello del rigore più lungo del mondo. Che altro è, infatti, Juventus Inter o Inter Juventus se non una partita che non finisce mai da oltre sessant'anni? C'è tutto dentro due città, due squadre, due club che hanno scritto, insieme con il Milan, le pagine più importanti del nostro football. Stavolta c'è la finale di coppa Italia, a Roma che è territorio straniero per lombardi e piemontesi e all'Olimpico radunerà tutti i personaggi e interpreti che snobbano questo torneo, non conoscendone la storia e il significato, per poi sfilare in pompa magna con il solo scopo di farsi riconoscere. Non hanno bisogno di illustrazione le due finaliste ma la partita è una trappola velenosa per i due allenatori. Inzaghi rischia di perdere uno scudetto che sembrava già definito per la seconda volta consecutiva, dopo il successo di Conte. Allegri non ha altri traguardi avendo mancati tutti quelli a disposizione. Chi perde paga, in molti sensi, di certo chi corre i rischi maggiori e il livornese che si ritrova in una situazione paradossale: passerà alla cronaca, forse alla storia, per essere stato l'allenatore che ha rinunciato, o dovuto rinunciare, prima a Ronaldo e dopo a Dybala. La coppa Italia rappresenterebbe lo scatto di orgoglio, la sconfitta invece avrebbe il sapore acido dell'umiliazione anche se il suo salario non prevede questo tipo di sentimento. Il dubbio di formazione, Dybala o no, fa pari con le certezze di Inzaghi che potrà solo scegliere gli undici migliori sapendo, come in campionato, di avere altre soluzioni in corso d'opera. La vicenda Dybala affascina i romanzieri, l'ultima contro l'Inter in attesa di vestire quei colori, così come l'ultima di Chiellini che è giovane di testa ma ha i muscoli logorati da mille sfide. L'arbitro è Valeri, una garanzia per nessuno.

Del Var non dico, tanto è la farsa di sempre.

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