Il dato certo è che l'Inter è fuori anche dalla Coppa Italia e da stamane lavora sodo, pensando solo al recupero con la Sampdoria. La speranza di Conte, che tanto si è battuto da inizio anno contro quell'aggettivo, è che la più pazza delle stagioni possa alla fine premiare la squadra pazza per antonomasia del calcio italiano. Perdi in casa, vai a Napoli, fai gol dopo 2 minuti che nemmeno tu sai come, un altro lo sfiori (Lukaku), un altro lo regali (Candreva) e nuovamente senza capire come - o forse capendolo benissimo - regali agli avversari il pareggio che ti cancella l'eterna rivincita con la Juventus. «Il mio compito è alzare il livello, migliorare i calciatori e portarli a essere competitivi per la vittoria. I successi non si raggiungono dall'oggi al domani, soprattutto se non vinci da 9 anni»: l'epitaffio di Conte all'eliminazione, è il punto di ripartenza dopo la cocente delusione. Adesso l'obiettivo è battere la Sampdoria, per portarsi a -6 dalla Juventus. E poi sperare. Che la Juventus sia effettivamente quella minima vista contro il Milan, che la Lazio soffra più di altri gli impegni ravvicinati, che le due rivali si facciano male pareggiando nello scontro diretto, che accada davvero qualcosa di pazzo (molto pazzo) per ritrovarsi al centro dei pronostici.
Certo, la ripartenza di Napoli ha detto qualcosa di buono, ma anche parecchio di non buono, al di là di com'è finita. Lautaro Martinez è stato nullo. Facile dire che pensa al Barcellona. Semplice accusarlo di scarsa professionalità. Facile e semplice, ma anche prematuro. Ripartire dopo 3 mesi non è semplice e come Martinez, anche altri nerazzurri hanno steccato la prima. Sul Toro però pesa la sua voglia di Messi: se non si riscatta velocemente, per lui diventerà ogni volta più difficile (pur a porte chiuse e senza pubblico). Del resto, Martinez ha segnato l'ultima volta il 26 gennaio contro il Cagliari, quando poi nel finale di partita si fece scioccamente cacciare dal campo, saltando 2 partite (derby compreso). Al rientro in campo: Lazio e Juventus, le partite dell'anno, steccate in pieno e senza gol. Insomma: sarà bene che si scuota in fretta.
Diverso il discorso e il giudizio sul suo gemello Lukaku, anche lui abbastanza opaco a Napoli e con 3 soli gol nelle ultime 7 partite prima della sosta (14 nelle prime 18). Il centravanti belga pesa un centinaio di kg, impensabile averlo in forma dopo 3 mesi e senza nemmeno un'amichevole. Avrà bisogno di tempo, come e più di tutti, ma l'estate dovrebbe danneggiarlo più degli altri.
La pausa potrebbe invece aver giovato a Sanchez, alternativa quanto mai necessaria nel tour de force che attende l'Inter, anche se l'eliminazione dalla Coppa Italia ha almeno annullato uno dei problemi che alla vigilia preoccupavano Conte. Adesso non ci sono ostacoli per preparare il recupero con la Sampdoria e poi tutte le squadre saranno allineate.
L'ultima incognita è manco a dirlo Eriksen.
Per inserirlo a Napoli, Conte ha cambiato la sua idea di Inter, che però non va in archivio. Da qui alla fine, alternerà i due moduli, così come i giocatori. L'impressione su Eriksen nerazzurro resta quella di un grande potenziale espresso solo per metà, forse meno.
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