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Pazza Inter stavolta ce la fa Nonostante... Handanovic

In vantaggio 3-0 dopo 19', subisce la reazione dei viola che accorciano in dieci. Poi ci pensa Icardi. Doppietta

Pazza Inter stavolta ce la fa Nonostante... Handanovic

Milano - Effetto Zhang Jindong. Vale anche per Stefano Pioli dopo Frank De Boer. Se l'olandese con il patron di Suning in tribuna a San Siro aveva conquistato la convincente e solo poi rivelatasi illusoria vittoria con la Juventus, il successore vince la sua prima partita alla guida dell'Inter al terzo tentativo. Prima dando spettacolo per venti minuti, poi con un'ora da psicodramma quasi sfiorato.

Le ombre restano e i nerazzurri rimangono una squadra «non normale», Pioli dixit alla presentazione. Perché avanti di tre gol (Brozovic, Candreva, Icardi) dopo venti minuti, rimettono in corsa la Fiorentina, prima concedendo a Kalinic il 3-1, poi addirittura con l'uomo in più subendo il gol di Ilicic agevolato dalla papera di Handanovic sorpreso dal rimbalzo. E il gol della sicurezza arriva solo nel finale per la doppietta del capitano.

Da De Boer a Pioli non è ancora cambiato molto. Lo dicono i due gol nel derby, i tre subiti in coppa dall'Hapoel Beer Sheva avanti 2-0, e appunto la partita di ieri sera. A un certo punto si spegne sempre la testa. E non può essere solo una condizione fisica, anzi è soprattutto mentale. Un male oscuro insito nel dna di una squadra che crea tanto, ma è destinata anche a concedere tanto. Questo fa parte delle caratteristiche dei giocatori portati a offendere e poco inclini al sacrificio. In più il 4-2-3-1 non può essere sopportato da una mediana dove solo Kondogbia tiene la posizione, mentre Brozovic è sempre proiettato in avanti. E così balla la difesa che Miranda dovrebbe guidare se da alcune partite non ci fosse la sua controfigura. Pioli chiede al brasiliano di guidare la difesa dove c'è Ranocchia al posto del bocciato Murillo, ma sarebbe lo stesso ex Atletico Madrid da prendere per mano.

E così i nerazzurri si confermano convalescenti nerazzurri come i viola perché la bella reazione dopo l'inizio da incubo potrebbe non bastare a riportare serenità sulla panchina di Paulo Sousa. In tribuna c'era anche Diego Della Valle e per ora c'è una tregua sulle frasi del portoghese su Bernardeschi «presto troverà un grande club con ben altre ambizioni» che però hanno lasciato il segno sull'ambiente.

Squadra che dimostra di seguire il portoghese perché non si rientra in partita sotto di tre gol e poi con l'uomo in meno per un'espulsione di Rodriguez che è un abbaglio dell'arbitro Damato, poco fortunato con la Fiorentina a cui manca un rigore di Miranda sullo stesso Rodriguez.

La colpa dei viola è di essersi fatti sorprendere dall'Inter che con Pioli alla guida parte sempre con il piede schiacciato a fondo sull'acceleratore: tre minuti percussione di Ansaldi per il primo gol in campionato di Brozovic, altri sei minuti e sfonda Perisic per Candreva che segna a porta vuota. Poi l'azzurro inventa per il tris di Icardi che poi la deve anche chiudere ma solo nel recupero dopo il palo esterno di Brozovic e l'occasione colossale sprecata da Joao Mario.

In mezzo tanta confusione nerazzurra e l'evidente incapacità di gestire la gara. Comunque una vittoria fondamentale per provare a inseguire il treno Champions distante otto punti che venerdì passa da Napoli.

Servirà un'Inter con la testa, Pioli deve trovare la cura.

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