Marcello Di Dio
nostro inviato a Montpellier
C'era un periodo che in ogni Mondiale tornavamo a casa con le lacrime di giocatori giovani e meno giovani. Dal 1990 al 1998 la lotteria dei rigori era diventata una maledizione e se aggiungiamo l'Europeo italiano del 1980, possiamo parlare di un vero e proprio tabù nei tiri dal dischetto per quasi venti anni. Errori illustri, da Collovati fermato dai guantoni di Netolicka, a Baresi e Baggio recuperati a tempo di record per la finale con il Brasile, da Donadoni a Serena nella notte amara del San Paolo, finendo con Di Biagio che sparò il tiro sulla traversa e cadde indietro con le mani in faccia per la disperazione. Il cucchiaio di Totti all'olandese Van der Sar segna la svolta azzurra nell'Europeo del 2000, ma da allora solo altre tre volte siamo usciti vincenti con un epilogo dagli undici metri. Una, però, pesante: la vittoria ai Mondiali di Germania 2006 con cinque rigori su 5 realizzati. In epoca più recente, i rigoristi meno precisi sono stati De Rossi e Di Natale ma l'ultima volta fu alla Confederations Cup brasiliana: due partite di fila decise dal dischetto con Spagna (persa) e Uruguay (vinta, era la finale per il terzo posto). A Bordeaux un altro ko dagli undici metri, fatale al gruppo di Conte.
Errori marchiani quelli di Pellè e Zaza, costati ai due gli sfottò del popolo dei social network. Pochi secondi per buttare all'aria non solo un Europeo (sbagliare si può, fa parte dello sport) quanto la propria immagine. Così il calciatore del Southampton, che ieri non è tornato in Italia con il resto del gruppo ma è andato a Londra con la fidanzata Viky, è diventato strafottente per l'approccio a Neuer. Quello della Juve è invece stato ribattezzato il ballerino per la sua particolare rincorsa.
Pellè con la mano ha mimato un gesto dello scavino" quasi a provocare Neuer, ma poi ha calciato a lato il pallone. «Non volevo nè fare lo sbruffone, nè offendere, nè provocare il portiere tedesco, siccome lui è bravo e si muove tanto, volevo tenerlo fermo. A fine partita è venuto addirittura a farmi i complimenti - ha detto -. Chiedo scusa agli italiani, dispiace che sia finita così. Io e Zaza mettevamo sempre la palla in gol in allenamento, lui sotto la traversa ogni volta che ci provava. Purtroppo va così, c'era tanta adrenalina. Sono venuto in azzurro e non ero nessuno, me ne vado come sono arrivato». A Zaza invece resta il dispiacere: «Ho sbagliato il rigore più importante della mia vita e lo porterò sempre con me. Avevo spiazzato Neuer ma la palla è partita...
Non è giusto che un episodio cancelli quello che abbiamo dato col cuore». Quindi la replica sulla preparazione: «La rincorsa? Io la faccio sempre in quella maniera, nulla di strano». Per i commentatori tedeschi e persino per il ballerino Roberto Bolle sì...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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