Il "Pellegrino" è in marcia, ma il suo "cammino" mondiale è solo cominciato con la sprint individuale di ieri: non fatevi impressionare se lui, Federico d'Aosta, non è andato oltre le semifinali e ha chiuso 12simo, due posti dietro l'altro alfiere azzurro Pasini, pure stoppato in semifinale, nonostante una generosa spaccata al fotofinish, per tentare il ripescaggio come lucky loser. Per ora niente da fare: a laurearsi primi iridati della Val di Fiemme, tanti soliti noti: il russo Nikita Kriukov si lascia dietro Petter Northug e il canadese Alex Harvey. Fra le donne piglia tutto l'immensa Norvegia con la vittoria di Marit Bjorgen e il terzo posto di Maiken Falla, preceduta dalla svedese Ida Ingemarsdotter. Onorato il pronostico con un "però" che sta tutto negli sguardi proprio di Northug all'indirizzo del valdostano: il vikingo, sottile di forme ma sferzante di braccia, ieri si è dimostrato alquanto occhiuto e sembrava quasi controllare Pellegrino. Strizza o sfida? «Vedremo fra qualche anno», spiega il 22enne valdostano, consapevole che per i miracoli ci vuole tempo: «Fino a pochi giorni fa e al podio di Davos, non ero nemmeno nel novero dei "Dottori" in tecnica classica», chiosa Pellegrino.
Come pretendere di svegliarsi campione nei binari nel breve volgere di un giorno? Pellegrino sa che non basta un podio a fare primavera e nella gara di ieri ha avuto anche poco tempo per riprendersi dall'ultima batteria alla semifinale. Inoltre il rettilineo del traguardo era sferzante e lunghissimo, non adatto alle sue qualità. La neve? Quel capriccio di mutevolezza: prima dura, poi aggressiva, quindi bagnata, il tutto in pochi chilometri intorno al lago di Tesero. Un grattacapo per gli skimen, un calvario per molti: «Neve, stanchezza: no, non accampo scuse - chiarisce Pellegrino -: sono abbastanza soddisfatto, il mio obiettivo era tentare di stare con i migliori, domenica poi, nella team sprint a tecnica libera, proveremo a scrivere tutta un'altra storia».
Il suo "cammino" prosegue è c'è anche tempo per consolare la fidanzata fondista, ieri fuori subito: «Dont'cry Greta (Laurent ndr)». Il fondo è così, un'arte sottile. Oggi il testimone passa in volo ad Alessandro Pittin atteso al trampolino della Gundersen e poi nella 10 km per la Combinata Nordica (10 e 15). A caccia di medaglie si libreranno in volo anche le fanciulle del salto (16), Elena Runggaldier, Evelyn Insam, Roberta D'Agostina e Manuela Malsiner. Sabato torna il fondo con lo skiathlon maschile e femminile, l'ibrido mozzafiato un po' a tecnica classica un po' a skating.
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