I colori, le espressioni buffe di quei disegni sul casco e i pesciolini e gli squali non traggano in inganno. Il senso è chiaro, «prendimi se ci riesci» manda a dire il pesciolino Vale sull'elmetto celebrativo del Gp di San Marino a rivali, inseguitori e in primis compagno Lorenzo. E questo benché il nostro aggiunga «ma se io sono il pesce, lo squalo non rappresenta solo Jorge». Mica vero.
Però bene così. Finalmente il duello vero e grande è iniziato. Perché d'ora in poi sarà battaglia senza se e senza ma e, soprattutto, senza le foglie di fico dei «volemose bene» a tutti i costi «perché siamo maturati e cambiati e cresciuti e per di più siamo compagni di squadra...» con cui in questi due anni, lui e Jorge, ci avevano infarcito i week end. No. Vero niente. La guerra fra i due compagni è iniziata. La dichiarazione con annessa invasione è arrivata ieri a fumetti ma anche a parole, quando Lorenzo ha detto «peccato per l'ultimo giro, quando ho trovato Valentino in pista e sono rimasto un po' chiuso» e quando Rossi ha risposto «l'avevo visto arrivare e mi sono messo in traiettoria per ostacolarlo... ma no, sto scherzando, non l'ho fatto apposta e mi spiace...».
Seguiranno anche scuse, ma bene così, bene che lo scontro sia iniziato anche fuori pista. Vale Rossi contro Jorge Lorenzo. 236 punti uno e 224 l'altro a sei gare dalla fine. Italia contro Spagna, l'altra Spagna, quella meno baby e sorridente di Marquez, però talentosa uguale e semmai più tignosa di Jorge. Perché il maiorchino della Yamaha è in pole a casa Rossi e perché Rossi, 3°, è in fondo anche lui in pole in casa propria visto che una prima fila a due decimi dal compagno vale molto in questa sua seconda vita sportiva così avara di migliori tempi. Infatti è contento, è soddisfatto, «molto importante stare in prima fila, perché Jorge proverà ad andare via, ma io ci sono e ho un buon passo». Dice bene. Perché da lì è attrezzato in imprese il Dottore, e perché Marquez secondo allo starter (prima Ducati quella di Pirro, 5°) potrebbe, sì, combinargli qualche guaio nel duello carena-carena, ma soprattutto rivelarsi un prezioso alleato contro Lorenzo.
Vale e Jorge, là davanti vicini, stessa moto ma stili diversi, e su tutto quelle parole di accusa che sanciscono l'inizio delle ostilità vere in chiave mondiale, quando le gesta in pista vanno per forza accompagnate da parole. Questione di pressione, tensione, di indurre l'altro all'errore. Parole che seguono altre parole, quelle della vigila quando Jorge aveva detto «tribune tutte gialle per i tifosi di Vale? Io però l'asfalto lo vedo nero non giallo, e anche se lo fosse mi basterebbe che avesse una buona aderenza». Chapeau. Non male. Vale avrà certo apprezzato la bontà della battuta. E avanti così con frasi che danno finalmente più peso e anima e pathos ai duelli visti quest'anno in pista, quando l'uno, Vale, ha allungato a inizio campionato anche per le sfighe dell'altro. E quando l'altro, Jorge, ha infilato una serie di successi e piazzamenti da paura accorciando il distacco e appaiandosi a lui in vetta. Impresa a cui è seguito il magico riallungo di Vale nel momento più difficile, vincendo in Inghilterra, più dodici il distacco.
E siamo ad oggi, a quando scatterà questo Gran premio cruciale che non è solo una sfida in pista ma una questione fra uomini diversi costretti a convivere nello stesso team perché la Yamaha è magica e Vale l'ha capito inciampando nella Ducati.
Sarà battaglia strana, perché Misano è una pista un po' zoccola: ha un debole sia per Jorge che per Valentino, tre a tre il conto dei successi. Sarà bellissimo. «E prendimi se ci riesci...». Però no, figurati, lo squalo non è mica Jorge.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.