Roma Il diluvio dell'Olimpico «affoga» la Roma, sempre sconfitta nel derby da quando è in mani americane. Il 3-2 per la Lazio mancava dal 19 marzo 2008, ma allora la vittoria biancoceleste arrivò al fotofinish con un gol al 92' di Behrami. Diverso il copione della stracittadina di ieri: dopo il giro di campo del nipotino di Gabriele Sandri (ieri il 5° anniversario della morte) e la sospensione di 3 minuti per un black out elettrico, su un terreno allentato dalla pioggia si va dal vantaggio di Lamela (sesto gol in altrettante partite, anche se pare evidente la spinta su Lulic) al sorpasso laziale (Candreva e Klose, complici Goicoechea e la difesa romanista), proseguendo con la follia di De Rossi che lascia la Roma in 10 per il terzo derby consecutivo, il pasticcio di Piris che manda in gol Mauri e lo svarione di Marchetti che prende gol da Pjanic, aggiungendo un po' di pathos finale alla sfida.
È la vittoria di Petkovic, che mette in campo una squadra concreta e dallo spirito forte e fa centro al primo colpo. La Lazio (un punto nelle precedenti tre partite) con il suo calcio pratico si trova più a suo agio sotto la pioggia e il condottiero di Formello, vera rivelazione del campionato, si distingue per la classe e la sobrietà anche nelle dichiarazioni post-derby: «Potevamo gestire meglio la gara nel finale, ma sul piano della voglia abbiamo dimostrato di voler vincere. Se mi butterei nel Fontanone come Delio Rossi? Mi basta la mia soddisfazione».
È l'ennesima sconfitta di Zeman (la quinta in dodici partite) che non ha feeling con il derby - quinto stop su sei alla guida della Roma - e che riceve pure un coro beffardo dai suoi ex tifosi. La sua difesa fa acqua da tutte le parti, l'attacco «stecca» contro l'organizzata retroguardia laziale (Totti e Osvaldo insufficienti) e la pioggia caduta in abbondanza frena il fraseggio dei romanisti. «Con tanta acqua la squadra non riesce a giocare la palla alta, quindi smette di giocare - così il boemo -. Il derby è il derby e fa male perderlo ma lo abbiamo perso più per sfortuna e per episodi che per la superiorità dell'avversario. Mi interesserebbe capire da dove è cominciata la punizione del gol di Candreva perché secondo me non c'era e poi sul gol Goicoechea ha avuto un problema con i fari spenti. E su quello di Klose dovevamo coprire un tiro di Hernanes non arrivato in porta per una pozza d'acqua...».
La Lazio sale a +5, dà un calcio alla crisi (in quattro giorni, con in campo 20 giocatori diversi, si è avvicinata alla qualificazione in Europa League) e torna a ridosso delle prime in campionato. Klose, scartato dall'allora ds del Perugia Sabatini nel 2004 quando il tedesco era svincolato dal Kaiserslautern, si diverte a prendersi rivincite sull'attuale dirigente Roma: il tedesco ha segnato anche ieri davanti al suo ct Loew, presente in tribuna dopo averlo convocato per l'amichevole Olanda-Germania di mercoledì. E Candreva, dalle ormai lontane contestazioni del tifo laziale che gli rimproverava un passato da romanista alla punizione-gol che rimette in carreggiata la Lazio, si dimostra ancora uno degli uomini in più.
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