Roma - A una settimana dal derby, la differenza tra Roma e Lazio è tutta in un poker siglato o subìto oltre che nei due punti di distacco in classifica. L'esame siciliano promuove con lode una Roma zemaniana solo negli interpreti in campo ma più intelligente nel leggere una partita pure più semplice del previsto e boccia severamente una Lazio un po' sulle gambe e anche svuotata nella testa, forse per colpa del contemporaneo impegno europeo. Ma domenica prossima la sfida varrà più per la supremazia cittadina che per un ambizioso posto in classifica, visto che giallorossi e biancocelesti sono lontanissimi dalla zona Champions alla quale da ieri è più vicina la Fiorentina di Montella.
Stavolta la squadra di Zeman non regala sorprese anche perché il Palermo, squadra debole e timorosa, è l'avversario ideale per fare bella figura: partita sempre in pugno, Totti apre lo show degli attaccanti giallorossi (per lui quarto gol stagionale, 219° in A, a -6 da Nordahl secondo cannoniere di sempre), Osvaldo blinda il match approfittando di un pasticcio difensivo dei rosanero chiuso da Lamela e da Destro, che in 7 minuti riesce nell'impresa di segnare il primo gol nella Roma e di farsi espellere per due gialli evitabili (il secondo per aver messo la maglia sulla faccia dopo il gol). Il poker fa avvicinare con più tranquillità al derby ma al di là della pochezza del Palermo (in rete nel finale con Ilicic) si vede una Roma più attenta del solito e non può essere altrimenti, vista la temperatura che si respirava a Trigoria dopo gli ultimi due rovesci. E le rinunce a De Rossi (pure infortunato) e Pjanic per lui solo 10 minuti finali - a centrocampo, ribadiscono le reali gerarchie zemaniane che preferisce un reparto più muscolare che tecnico.
Ben altro scenario al Massimino di Catania dove gli etnei calano il poker su una Lazio assente. Imparare dagli errori è importante e Petkovic ne commette uno fondamentale: nell'undici iniziale manca un incontrista di ruolo, esattamente come era successo a Napoli dove la Lazio aveva rimediato un'altra scoppola. A parte il peccato originale del tecnico, i biancocelesti crollano già nel primo tempo contro gli etnei ancora arrabbiati per i torti subiti con la Juve (ieri panolada di protesta dei tifosi catanesi), non riuscendo mai a entrare in partita e confermando il periodo negativo (un punto in tre partite).
In Sicilia non funziona niente: difesa da film dell'orrore a cominciare dal portiere Bizzarri, che valuta malissimo il tiro di Gomez che sblocca il match; il rientro di Ledesma ed Hernanes non dà i benefici voluti, anche perchè il brasiliano scende in campo con un problema muscolare che fa reggere appena 45'; in attacco, nonostante i 16 gol realizzati finora, se manca Klose - assente al Massimino per squalifica - sono dolori. Né Rocchi (a secco da nove mesi) né Floccari sembrano all'altezza del tedesco. «Primo gol evitabile, poi non abbiamo avuto la reazione sul piano mentale perchè non si può mollare sul 2-0 così Petkovic -.
Forse ho destabilizzato la squadra con alcuni cambi e i gol subiti ne sono la prova. L'assenza di Klose? È la squadra che ha mostrato una debolezza che non dovrebbe dimostrare. Sono preoccupato, prima del derby dobbiamo pensare alla sfida europea con il Panathinaikos di giovedì».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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