Più dubbi che certezze. E l'Italia di Ventura potrebbe cambiar pelle

Il 4-2-4 non ha funzionato, ora le alternative Intanto serve dare un'anima alla squadra

Più dubbi che certezze. E l'Italia di Ventura potrebbe cambiar pelle

Una Nazionale brutta a vedersi ma che nei dati d'ascolto non cala mai. Come accaduto sabato per la sfida con la Spagna, oltre 8 milioni e 300mila persone hanno seguito in tv Italia-Israele. Con la vittoria di Reggio Emilia il traguardo dei playoff - che al sorteggio del girone eliminatorio sembrava l'obiettivo più scontato per la presenza della Spagna e il cambio di regole che promuove direttamente solo la prima classificata - è praticamente raggiunto: manca un punto da conquistare allo stadio Grande Torino il 6 ottobre con la Macedonia, sempre che l'Albania vinca in Spagna e inizi a ribaltare la differenza reti (+12 per gli azzurri contro il +1 della truppa di Panucci). Ma i fischi del Mapei Stadium alla fine del primo tempo hanno fatto male almeno quanto la batosta di Madrid. «Se la Spagna fa possesso palla viene elogiata, se noi giochiamo con tanti passaggi arrivano i fischi», così capitan Buffon a fine partita. Ma l'accostamento sembra improbabile: da un lato c'è la macchina collaudata del tiki-taka, dall'altro c'è la confusione palesata dagli azzurri.

Ventura, nelle scelte che farà il 30 settembre per la gara con i macedoni, potrà tenere conto del recupero di alcuni infortunati, in primis Bonaventura e Florenzi. Che garantiscono una migliore interpretazione dello schema tattico che è marchio di fabbrica del ct. Il modulo iperoffensivo mette in difficoltà il centrocampo: chiedere a Verratti, erroneamente inserito anche dalla Fifa tra gli ammoniti di martedì sera e quindi disponibile per la prossima sfida di Torino, o a De Rossi, che a Reggio Emilia hanno più volte dialogato in orizzontale tra loro senza trovare sbocchi di gioco. In più il romanista non può più coprire tanti spazi e con tanta velocità, mentre il calciatore del Psg in Nazionale è ancora lontano dal progetto di campione «corteggiato» persino dal Barcellona.

Dunque, il 4-2-4 potrebbe finire in soffitta, almeno nelle grandi partite. Lo stesso Conte, appena arrivato alla Juve, aveva dovuto virare su altri lidi e poche squadre oggi lo applicano in maniera «pura». Le alternative sono il meno affascinante 3-5-2 «usato sicuro» (Ventura lo ha utilizzato in più di un'occasione), il 4-4-2 con due esterni di copertura a ancora il 4-3-1-2 - con Verratti trequartista - che era l'idea iniziale del ct per la Spagna prima che Chiellini desse forfait. Con queste soluzioni uno tra Belotti e Immobile (dieci gol in azzurro in due nell'era dell'attuale ct) potrebbe essere sacrificato. «Hanno giocato bene insieme con me nel Toro, ma adesso è da un po' che si sono abituati e giocare da prime punte solitarie», dice Ventura. A volte attaccano insieme lo stesso palo, a volte sembrano un lusso inutile quando si fatica a creare azioni o a coprire gli spazi. E poi il cambio tattico potrebbe favorire Insigne, che a differenza di Candreva, non è perfetto per fare l'ala pura visto che tende a rientrare sempre verso il centro.

Ma al di là dei moduli, Ventura deve ancora lavorare sodo per dare un'anima e uno scopo al suo gruppo.

Intanto c'è da studiare bene il piano B per arrivare in Russia: il 17 ottobre alle 14, nel sorteggio di Zurigo, l'Italia conoscerà l'ultimo ostacolo verso il Mondiale e nel frattempo il ct terrà uno stage sperimentale di tre giorni a Coverciano alla ricerca di giovani under 25 da preparare al salto in azzurro. Sperando che non avvenga l'Apocalisse, firmiamo l'ennesima tregua e incrociamo le dita.

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