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"Piaccia o non piaccia resto per fare un grande Europeo"

Conte rassegnato tra gli stage negati e l'inchiesta Tavecchio: "Ora deve fare sacrifici. Il resto è nebbia"

"Piaccia o non piaccia resto per fare un grande Europeo"

Roma - Dalle notizie non confortanti arrivate da Cremona all'incontro con il presidente federale Carlo Tavecchio dopo i recenti malumori sulla questione stage. Il giorno più lungo di Antonio Conte si conclude con una frase più che mai chiara sul suo futuro azzurro: «Basta con il tormentone se arriverò o non arriverò alla fine del contratto, io non me ne vado, piaccia o no».

A via Allegri si arriva a una conclusione diplomatica della vicenda: Conte andrà avanti («ho iniziato un percorso che a norma contrattuale arriva fino agli Europei del 2016 e sono contento di averlo fatto») rassegnato al fatto che in Nazionale resterà selezionatore più che allenatore. I fatti della settimana e l'incontro con Tavecchio - presenti nel ruolo di «mediatori» il team manager azzurro Oriali, il patron della Lazio e consigliere Figc con delega alle riforme Claudio Lotito e il dg federale Michele Uva - hanno fatto capire al tecnico leccese che il suo desiderio resterà disatteso.

Ed è lo stesso Tavecchio a lanciare un messaggio preciso al riguardo subito dopo il faccia a faccia durata poco più di un'ora: «Con Conte voglio rinnovare il contratto mica annullarlo, figuriamoci se pensiamo a queste cose oggi che sono solo sei mesi. Lui saprà fare di necessità virtù, in questo sistema calcio quando ci saranno le riforme e si porterà la Serie A spero a 18 squadre, si potrà fare un programma per assistere al meglio la nazionale. Ora il ct dovrà essere la persona che ha come obiettivo il risultato, ma deve fare qualche sacrificio. Questo gli chiediamo e credo lo accetti volentieri. Il resto è nebbia».

Si potrebbe quindi parlare di una doppia rassegnazione per il commissario tecnico azzurro: restare, dopo i 4 mesi di squalifica già scontati, nel processo penale di Cremona dove il pm Di Martino mantiene l'accusa di frode sportiva; nello stesso tempo restare in sella alla panchina azzurra, ma alle condizioni dettate dai club a differenza di quanto da lui preteso nei due anni di contratto con la Federazione: il sì a inizio e fine anticipata del campionato 2015-16, la promessa - da mantenere a marzo - di anticipare il più possibile la finale di coppa Italia 2016 (ma ballano tanti soldi legati ai diritti tv), il no secco agli stage che parte in primis dalla sua ex squadra, la Juve, pure all'opposizione in Lega calcio. «Cerchiamo di lavorare uniti sapendo che ci sono e ci saranno grandi difficoltà, ma da parte di tutti c'è grandissimo entusiasmo e voglia di fare qualcosa di magari inaspettato agli Europei», il messaggio di Conte.

Che ieri, prima dell'ingresso nel palazzo di via Allegri, aveva già dato segnali di distensione: «Cosa succederà? Niente, organizzo per Saint Etienne...». Il riferimento è alla città francese che potrebbe essere il quartier generale degli azzurri in preparazione di Euro 2016. Divorzio dunque scongiurato, almeno per ora. Bisognerà capire se i segnali di insofferenza manifestati da Conte resteranno sopiti o esploderanno all'improvviso.

Il presidente del Coni Malagò osserva con interesse quanto sta accadendo intorno alla Nazionale. «Da quanto mi aveva riferito Tavecchio, mi sembrava che la volontà delle parti fosse quella di proseguire il rapporto», così Malagò. Che sull'inchiesta di Cremona e il nuovo coinvolgimento di Conte dice: «È accusato di frode sportiva? Ha già pagato. Ma come mi è stato insegnato, la giustizia sportiva non si commenta, come l'antidoping».

Un commento anche sulla vicenda dell'acquisto da parte della Figc di 20mila copie del libro scritto da Tavecchio: «Mi permetto di dire che è una di quelle cose che si poteva evitare, perchè se non ci sono fini specifici magari è la classica vicenda che mediaticamente non ha prodotto risultati felici».

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