Sport

Pioli detta al Milan il ritmo Champions per non fallire la prima

Gattuso e Giampaolo ko all'esordio. I rossoneri vogliono ripartire come dopo il lockdown

Pioli detta al Milan il ritmo Champions per non fallire la prima

C'è un tabù recente da sfatare e alcune lacune da colmare. Comincia così, stasera a San Siro riaperto dai fortunati mille (oltre agli invitati di sponsor e affini, presente anche una rappresentanza degli operatori Covid di medici e infermieri), l'avventura del nuovo Milan targato Pioli+Elliott, reduce dal primo preliminare di Europa league (Dublino) superato con lode. Il tabù è quello ricordato dallo stesso tecnico: gli ultimi due debutti in campionato del Milan di Gattuso e di Giampaolo furono disastrosi. Il primo, davanti 2 a 0 sul Napoli di Ancelotti, venne rimontato e sorpassato (3 a 2), il secondo andò incontro alla prima sconfitta che scavò subito i primi dubbi nella testa di Boban sulla bontà della scelta di Giampaolo. Adesso c'è il Bologna che solo sulla carta sembra lo stesso di qualche settimana prima, quando conobbe a San Siro, un sonoro 5 a 1 dai rossoneri lanciati verso la risalita europea e questo ricordo può già rappresentare la prima insidia per i rossoneri che recuperano Rebic, spalla preziosa per la coppia Ibra-Calha, decisiva in Irlanda. «Siamo giovani come squadra ma dobbiamo essere ambiziosi, siamo il Milan» è il ritornello di Pioli per far capire la lezione a chi, come Tonali e Brahim Diaz, sono appena arrivati a Milanello e devono orientarsi meglio, in attesa di un parziale utilizzo.

L'ambizione di questi giorni fa rima con il piazzamento Champions. Lo sa Pioli, lo sa Maldini, lo ripetono sotto voce quelli di Elliott, convertiti all'idea-madre di ispirarsi a un mix virtuoso tra esperienza e gioventù. E per realizzare la missione, il gruppo squadra non è ancora completo, come capita in questo stesso periodo anche a tutti gli altri concorrenti, dalla Juve all'Inter, alla Roma, al Napoli, alla Lazio e all'Atalanta. La priorità del Milan, non è un segreto di calcio-mercato, è il difensore centrale da aggiungere a Romagnoli e Kjaer, protagonisti del finale passato con indiscusso merito. Duarte, brasiliano costato 10 milioni, non ha superato gli esami di Milanello, Musacchio è fermo ai box dopo l'operazione, solo Calabria viene recensito in modo positivo da Pioli («ha fatto un salto in avanti come mentalità») il chè depone a favore della conferma. È vero che la Fiorentina reclama per Milenkovic (contratto in scadenza nel giugno 2022, tra 18 mesi quindi) una valutazione monstre ma è anche vero che rischia di perdere tutta la cifra qualora il serbo dovesse rinunciare al rinnovo del contratto. Da Glasgow, Lennon del Celtic, fa sapere che «15 milioni per Ajer non so se basterebbero» provocando forse qualche risposta piccata dall'ambiente («e allora se lo tenga stretto»).

Anche per questo il Milan deve completare l'opera e non pensare a obiettivi (Chiesa, tanto per parlare chiaro) che non rappresentano una necessità ma soltanto un lusso nel caso di cessione di Paquetà al campionato francese.

«Il brasiliano ha difficoltà a inserirsi nel modulo» la spiegazione tecnica di Pioli che anche su questo punto fila d'amore e d'accordo con l'area tecnica e la società.

Commenti