Pippo tra guru e fattucchiere va in cerca del suo Diavolo

Inzaghi: «Alcune critiche erano giuste. L'arrivo di Sacchi? Vedete streghe ovunque». Ai suoi: «Ora 14 punti in 7 partite»

Pippo tra guru e fattucchiere va in cerca del suo Diavolo

Milanello Benedetta coppa Italia. Ha avuto il merito di spazzare via le nuvole minacciose segnalate nel cielo di Milanello. Qualche critica spigolosa (puntata sul suggeritore in panchina) dopo la serataccia col Toro aggiunta alle presunte insoddisfazioni del tecnico per il modesto mercato, hanno reso incandescenti le ore vissute a cavallo con la sfida bis col Sassuolo. Benedetta coppa Italia, allora. Perché ha restituito serenità e apparente sicurezza a Filippo Inzaghi, pronto a riconoscere come legittime le critiche ricevute («le ho sempre accolte nel modo giusto, ci mancherebbe, ho la forza della società, dei tifosi e dei miei giocatori») e a spalancare i cancelli del collegio ad Arrigo, riservando qualche pizzicotto alla platea dei cronisti («vedete le streghe ovunque»). Persino in materia di mercato, si è mostrato in perfetta sintonia con il lavoro di Galliani e il piano industriale firmato da Silvio Berlusconi. Ha riservato sull'argomento una battuta su Torres («ha fatto subito 2 gol? Vuol dire che lo abbiamo allenato bene»), ha salutato Saponara partito per Empoli («spero torni tra 4 mesi più forte») prima di accogliere Suso, il secondo rinforzo di gennaio 2015, al quale vorrebbe anche cambiare ruolo, «voglio provarlo da mezz'ala» il progetto per lo spagnolo che ha fama di rendere meglio da tre-quartista. Nessun mistero sulla mossa successiva. «Per gli infortuni traumatici di Zapata e De Sciglio, abbiamo esigenze tra i terzini» la sua chiosa che non è poi un mistero. Semmai è la conferma solenne del lavoro che sta svolgendo Galliani da giorni in contatto con Siqueira dell'Atletico Madrid mentre Pippo ha spedito messaggi a Pasqual che è a fine contratto con la Fiorentina e non trova il coraggio di "rompere" con i viola al fine di trasferirsi subito a Milanello e non a giugno, a scadenza naturale del contratto. Con Montella Pasqual gioca a corrente alternata, con Pippo, per l'infortunio di De Sciglio e lo scarso credito di Armero, giocherebbe titolare fisso per almeno due mesi di fila.

Benedetta coppa Italia, d'accordo. Ma da oggi il Milan deve rimettersi in pista anche in campionato se vuole almeno inseguire la chimera di un possibile sprint per il terzo posto. Perché, cifre alla mano, quella posizione si può raggiungere all'altezza dei 70 punti, punto più punto meno, e il Milan è in clamoroso ritardo sulla tabella di marcia. Ritardo reso ancor più plastico dalla striscia recente di risultati, 12 punti nelle ultime 11 partite. «Dobbiamo fare molto meglio, cominciare a farne 14 nelle prossime 7 come è già successo all'inizio del campionato» l'auspicio di Inzaghi che non ha di sicuro preparato tabelle ma ha spiegato i difetti più vistosi che il suo Milan deve eliminare. «Non dobbiamo più restare in dieci, è successo 6 volte, troppe volte» il primo e meno evidente. «Dobbiamo evitare l'altalena di risultati» il secondo più marcato. A cominciare dalla sfida di oggi con l'Atalanta che non è così semplice come può apparire a prima vista sulla carta.

E che servirà a ratificare il recupero di una brillantezza nel gioco certificata in parte dalla coppa Italia con quella reazione, orgogliosa, al pari di Sansone e segnalata dal secondo sigillo di De Jong. «Un altro gruppo, dopo la batosta del rigore, sarebbe naufragato» l'osservazione di Inzaghi.

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