Un pizzico d'Italia alla conquista dell'Africa

Si chiama Caleca, è il preparatore del Gambia, mina vagante della rassegna

Un pizzico d'Italia alla conquista dell'Africa

C'è un pizzico d'Italia nel Gambia che dal prossimo 9 gennaio gareggerà, per la prima volta nella sua storia, in Coppa d'Africa. I muscoli degli atleti guidati dal ct belga Tom Saintfiet saranno addestrati da Daniele Caleca, 34 anni, originario di Partinico, provincia di Palermo. La sua è la parabola di un'immigrazione alla rovescia: dopo aver fatto bene a Trapani, ha lavorato in Libia, Algeria e Botswana, ma è a Malta che la carriera ha trovato una svolta decisiva. «Lavoravo per il Floriana e incontrai Saintfiet, che all'epoca dirigeva la nazionale maltese. Apprezzava quello che facevo e quando è diventato ct del Gambia mi ha voluto con lui».

Gli "Scorpioni", questo il soprannome della selezione di Banjul, partecipano in Camerun al ballo dei debuttanti, ma hanno numeri e giocatori per sorprendere. Caleca in questi giorni sta facendo sudare la truppa a Doha, in Qatar, poi il 6 gennaio la comitiva verrà ricevuta dal presidente Adama Barrow a Banjul per la consegna della bandiera, fino al viaggio in Camerun per il torneo continentale. «Sono in molti a sostenere che il Gambia può essere la mina vagante della kermesse. Sappiamo qual è la nostra forza, ma dobbiamo mantenere un profilo basso». Difficile comunque passare inosservati, quando in squadra hai elementi come Musa Barrow, che è diventato una stella del Bologna di Mihajlovic, autore, assieme a Musa Juwara, oggi in prestito al Crotone, dei gol che il 5 luglio 2020 regalarono la vittoria ai felsinei a San Siro sull'Inter, consegnando di fatto lo scudetto alla Juventus.

Sono tutti ragazzi che giocano in Europa, molti in Italia, alcuni arrivati addirittura con i barconi. Gli altri vengono da Belgio, Francia, Svizzera, Germania e dalla Scandinavia. «Per me è come lavorare in Europa, il Camerun sarà il mio battesimo di fuoco in Africa - racconta - sugli atleti non ho molto da dire, se non che mi sto occupando della loro gestione. Non c'è nulla da costruire, sono tutti professionisti che sanno cosa devono fare». Eppure la sua mano è molto importante, soprattutto per tentare di ottenere traguardi a lungo termine. Quando lavorava in Libia o in Botswana veniva visto come uno scienziato dai giocatori per via dei suoi metodi innovativi, ma a quelle latitudini il dilettantismo era diffuso e certe pratiche potevano quasi apparire empiriche. Il Gambia è gambiano nella nazionalità e nei luoghi di nascita dei suoi calciatori, ma la mentalità è votata al professionismo allo stato puro. In Coppa d'Africa gli Scorpioni esordiranno il 12 gennaio contro la non irresistibile Mauritania, poi arriveranno gli scontri con Mali e Tunisia. Il passaggio del turno è alla portata della squadra di Caleca, che non perde occasione per tessere le lodi del ct Saintfiet.

«Ha 48 anni, ma una lunga esperienza professionale in Asia e Africa. Parla cinque lingue e sta imparando anche l'italiano. Potrebbe benissimo allenare in Serie A, ma la vedo dura. Non siamo culturalmente preparati per certe rivoluzioni».

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