A Buffon (e alla frase sui «due feriti meglio di un morto») replica il pm di Cremona Roberto Di Martino. Che spiega perché il portiere azzurro andrà agli Europei senza passare dalla procura di Cremona. «Se quella di Buffon è un’opinione, non mi interessa. Se fa riferimento a qualche situazione particolare a lui nota in cui c’è stato un discorso di morti e feriti, io lo posso anche ascoltare», spiega il pm in una pausa tra gli interrogatori di ieri (Milanetto, Turati e Mauri). Insomma, per ora «non ci sono i presupposti per chiedere di spiegare». Anche perché, alla vigilia degli Europei, «sarebbe la cosa meno opportuna», aggiunge il pm, che assicura: «Farò il tifo per l’Italia».
Il magistrato replica anche a Conte, con i cui legali ieri ha avuto un colloquio «cordiale», che lamentava di non aver ricevuto avvisi di garanzia e di non essere stato interrogato prima della perquisizione. «Capisco il suo sfogo, ma nei suoi confronti non potevamo agire diversamente», dice, «non si può mandare un’informazione di garanzia e poi perquisire, ma lui queste cose non le sa e per questo lo capisco». E anche il blitz a Coverciano «doveva essere fatto per forza così, sono le uniche modalità», e «mi è stato anche riferito che non era la prima volta che la polizia giudiziaria entrava a Coverciano». Nessuna entrata a gamba tesa, dunque. Anzi.
«Abbiamo fatto finire la stagione, persino quella di serie B, per non turbare i campionati», prosegue Di Martino, che sui tempi dell’inchiesta sospira: «La conclusione non è mai vicina, è un po’ come svuotare il mare con un cucchiaino». C’è il tempo per una battuta sulle dichiarazioni “anticalcio” di Monti («Un’osservazione provocatoria, non credo che il campionato si fermerà mai»), mentre sulle differenti valutazioni della Federcalcio per i casi di Bonucci (in rosa) e Criscito (cacciato), Di Martino taglia corto: «Sono problemi di Prandelli, non miei.
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