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Pogba e "soci" finiti ko. Più che calcio è una corsa a recuperare in tempo

Un mese al via. Lo juventino accelera il recupero. Tanti i big "rotti" che sperano di farcela

Pogba e "soci" finiti ko. Più che calcio è una corsa a recuperare in tempo

Un mese al Mondiale. Teatro dei sogni, vetrina di talenti più o meno conosciuti. Momento atteso per quattro lunghi anni e pronto a regalare emozioni, gioie e sofferenze. Di sicuro, obiettivo cui tutti i giocatori di livello puntano, dedicandovi passione e sforzi lunghi anni. Una sorta di conto alla rovescia che per alcuni si è però già interrotto causa infortunio: i tempi, man a mano che ci si avvicina al via, diventano troppo stretti per immaginare un recupero e allora non resta che mettersi l'animo in pace. A trenta giorni dall'inaugurazione, qualcuno ha insomma già alzato bandiera bianca e altri sperano ancora di farcela. Stagione pazza, peraltro, quella che stiamo vivendo: mai un Mondiale si è disputato in questo periodo dell'anno, mai il calendario delle squadre di club è stato così ingolfato. «Quando comincio a parlarne, mi arrabbio il parere di Jurgen Klopp, tecnico del Liverpool -. Tutti sanno che non è giusto giocare un Mondiale che spezza la stagione agonistica». Chiaro e netto: «Se tutti i giocatori hanno un mese di stop, come accade in Germania per la pausa invernale, si sa come affrontare la situazione. In Inghilterra è diverso: alcuni calciatori giocheranno il Mondiale per più tempo rispetto ad altri e non va bene. Chi arriverà in semifinale, riprenderà la stagione con il club appena una settimana dopo: follia».

Comunque sia, per questa edizione è andata così e non resta che adeguarsi. Facendo la conta degli assenti, anche. E di chi ancora spera di esserci, pur essendo tuttora ai box. È il caso di Pogba che, dopo avere assurdamente rinviato l'operazione al ginocchio in estate, sta adesso accelerando i tempi per poter essere convocato da Deschamps: magari ci riuscirà anche, ma intanto ha anteposto gli interessi della nazionale francese a quelli della Juventus. Rimanendo in casa bianconera, in infermeria c'è anche Di Maria, già vittima di tre stop muscolari e con il Mondiale in testa da sempre: ci sarà, comunque. A differenza invece di altre stelle: sarà per esempio assente l'inesauribile motorino Kanté, uno dei migliori della cavalcata iridata francese in Russia. Così come il Portogallo non potrà schierare Diogo Jota (Liverpool), forse il talento più brillante della nuova generazione. Sfortunata anche l'Olanda che non avrà il romanista Wjinaldum ma che è pronta a recuperare Karsdorp. Sempre in casa giallorossa, incrocia le dita Dybala: la Seleccion in compenso potrebbe contare sul portiere Musso (Atalanta), reduce dalla frattura dello zigomo. Dall'Argentina al Brasile, che rischia di non avere a disposizione Richarlison, giocatore del Tottenham e punto fermo dell'attacco al cui proposito si respira però un certo ottimismo: in dubbio anche lo juventino Bremer, appena finito ai box dopo avere indossato poche settimane fa per la prima volta la casacca verdeoro. Non possono dormire sonni tranquilli nemmeno Germania (Marco Reus, Borussia Dortmund, è in forte dubbio), Spagna (Dani Olmo, Lipsia) e Inghilterra (Reece James, Chelsea).

E, se l'Italia si fosse qualificata avrebbe dovuto rinunciare a Immobile, il quale non rivedrà il campo fino all'anno nuovo: difficile non pensare a ritmi troppo intensi.

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