Il via ufficiale all'era Monchi in giallorosso coincide con un successo che consolida il secondo posto in classifica della Roma. Ieri, in anticipo di qualche giorno rispetto a quanto annunciato, l'arrivo nella Capitale del nuovo ds spagnolo che ha firmato un contratto di 4 anni con opzione per il quinto. E la squadra non ha sprecato il regalo concesso dal Napoli, andando a prendersi i tre punti a Pescara e scavando un importante gap (4 punti) sui rivali partenopei.
A Trigoria si inizia a guardare al futuro e se la truppa di Spalletti sta mettendo le basi per conquistare l'ultimo obiettivo a sua disposizione (il posto nella prossima Champions), restano sul piatto alcune situazioni da chiarire. Prima fra tutte la permanenza del tecnico sulla panchina giallorossa: Monchi è pronto a definire le strategie del club e a confrontarsi (già da oggi) sulle reali intenzioni dell'allenatore toscano. Che i bene informati vedono sempre più lontano da Roma nonostante lo spiraglio aperto da Spalletti alla vigilia del match di Pescara («c'è la posibbilità di lavorare in maniera importante per il futuro»).
Certo, l'approdo dell'esperto direttore sportivo - re delle plusvalenze e tra gli artefici della crescita del Siviglia, arrivato a vincere per tre volte di fila l'Europa League - potrebbe essere uno stimolo in più per il condottiero toscano che aspetta comunque l'evoluzione in casa Inter, dove è iniziata la caccia al successore di Pioli e il suo è uno dei nomi nella lista dei dirigenti.
In attesa di mettere la parola fine al tormentone in casa Roma, la squadra archivia con relativa facilità la pratica Pescara. Il poker inflitto alla squadra di Zeman, che non è riuscito nel quasi impossibile miracolo di salvare gli abruzzesi (da ieri matematicamente in B), è il giusto premio per una partita dominata per lunghi tratti e per le occasioni create. L'uno-due di Strootman e Nainggolan (che in precedenza aveva colpito il 18° legno della stagione romanista) arrivato sui titoli di coda del primo tempo ha blindato una gara che aveva registrato 10 coraggiosi minuti del Pescara con un paio di micidiali contropiedi. Ma solo dopo la doppietta di Salah la squadra di casa si rivede dalle parti di Szczesny. La squadra del boemo ha delle buone individualità, ma è molto vulnerabile in difesa, come attestano i 74 gol incassati - peggio nei 5 migliori campionato europei la spagnola Osasuna (75) -. E 74 sono anche le reti segnate dai giallorossi, che ieri hanno portato in doppia cifra realizzativa Nainggolan (proprio alla sua 250ª partita in A) e a quota 13 Salah, vicino al suo record personale.
Dal tabellino marcatori resta fuori il solo Dzeko, che - unica nota stonata della notte di Pescara - manda a quel paese Spalletti nel momento in cui il tecnico (è il 25' della ripresa) decide di toglierlo dal campo per risparmiarlo in vista del derby. Il bosniaco esce senza fermarsi in panchina, l'allenatore della Roma non batte ciglio ma sicuramente avrà poi rimproverato l'attaccante negli spogliatoi.
Il Pescara ha un impeto d'orgoglio finale con il gol della bandiera di Benali che porta a 48 i gol realizzati nella 33ª giornata (come nella quinta giornata della stagione 1992/93, l'ultima così prolifica) e centra un palo con Biraghi su punizione a pochi istanti dal
termine, quando la Roma ha già la testa al trittico terribile (il derby con la Lazio domenica all'ora di pranzo, poi le notturne con Milan e Juventus). Sfide che potrebbero di fatto decidere anche il futuro di Spalletti.
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