Milano - Non solo il bello, ma soprattutto il difficile comincia adesso. Quattro trasferte e altrettante vittorie, senza mai subire gol. Oggi però è un'altra storia, un altro viaggio, non più a Cagliari o a Salerno. Oggi l'Inter fa poca strada, si sposta a Bergamo, ma rischia molto. Crash test ad alta quota. Ma forse più di Inzaghi, che in questi anni un'idea dell'Inter se l'è fatta, ed è un'idea di squadra forte, che raramente stecca le partite che contano, è Gasperini che aspetta risposte importanti. L'Atalanta è quarta per meriti propri o colpe altrui? Sfidare la prima in classifica è il modo migliore per una risposta che valga da prova.
L'Europa può attendere e giocano le squadre migliori. Inzaghi ha il problema opposto a Pioli, che fatica a contarne 11 di quelli buoni. L'Inter abbonda, può lasciare fuori anche nazionali importanti. C'è la chiama fortuna, e magari lo è. Ma certo conta anche chi compri. All'Inter quest'anno manca da sempre Cuadrado, che se facevi caso alla scorsa stagione, forse nemmeno lo prendevi e adesso di rotti non ci sarebbe nemmeno lui. Un po' si è vittime di se stessi, delle proprie scelte.
Atalanta-Inter per volare alto. «Non c'è gloria senza rischi», proclama Gasperini che nega la firma al pareggio salvatutti. E peraltro allo zero dei gol subiti in trasferta da Inzaghi, lui può opporre quello dei gol subiti in casa dall'Atalanta. «Serviranno forza e concentrazione. Ci sarà da soffrire», anticipa Inzaghi, che lo scorso anno ha battuto Gasperini e l'Atalanta 3 volte su 3. Non sarà semplice per nessuno, la speranza è che sia divertente per tutti quelli che la guarderanno. Arnautovic sta meglio e forse mercoledì andrà in panchina a Salisburgo, sperando che l'aria di casa aiuti a guarirlo, ma stasera la ThuLa è imprescindibile. Sanchez va in panchina, sperando che non serva. «Tutti fanno i complimenti a Thuram, e se li merita. Ma se si è inserito tanto bene è anche per merito della squadra, dei compagni, che gli hanno facilitato il lavoro», dice Inzaghi, uno che peraltro nella partenza a razzo del francese, qualche medaglia l'ha conquistata, anche se come spesso accade non c'è la fila per mettergliela al collo.
Aspettando l'Atalanta, l'ad Marotta mette anche un freno alla smania da rinnovo del contratto di Lautaro, abilmente innescata dall'agente del centravanti. «Il suo senso di appartenenza ci lusinga. Ma la situazione non ci crea problemi e faremo tutto con calma». L'attuale accordo scade nel 2026, in effetti non proprio domani o dopodomani.
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