La Lega di serie A è spaccata esattamente a metà e il voto per assegnare i diritti tv del prossimo triennio (2021-2023) è saltato. Ancora una volta, tanto per cambiare. Rinviato probabilmente alla prossima settimana: non c'è ancora il giorno utile perché giovedì prossimo ci sono Milan e Napoli impegnati in Europa league. E nel clima di polemica e divisione personale, dietro il quale c'è il nervosismo per il secco no alla proposta dei fondi ieri pronunciato pubblicamente dal presidente della Juve Andrea Agnelli, non è mancato nemmeno l'incidente, la lite tra il presidente del Genoa Preziosi e il vice dell'Udinese Campoccia. Secondo taluni resoconti, i due sarebbero arrivati addirittura alle mani (in realtà spintoni). Le due questioni, fondi di private equity e diritti tv, sono fortemente intrecciate perché le offerte dei due competitor (Dazn e Sky) sono state in origine influenzate dalla possibile creazione della media company. Dazn (con il contributo di Tim) è andata dritta all'obiettivo offrendo 910 milioni, Sky è partita da 500 milioni per poi salire a 750 in sede di trattativa privata. Dinanzi allo scarto evidente (160 milioni l'anno per tre anni), lo scenario nella platea dei presidenti è cambiato. E, a cominciare dai club storici (Juve, Inter e Milan) sono passati dalla parte di Dazn mentre gli altri club, favorevoli a ottenere subito il finanziamento dei fondi per fronteggiare le scadenze e le casse svuotate dai botteghini chiusi, hanno deciso di mandare di traverso il boccone all'altro partito.
L'assemblea di ieri si è aperta con il sì a esprimere il voto sulle offerte che ha visto schierati Juve, Inter, Milan, Napoli, Fiorentina, Atalanta, Lazio, Cagliari e Udinese mentre Roma e Torino, pur tifando per l'offerta più ricca, hanno optato per il rinvio del voto. Sky, nel redigere la sua proposta economica, è rimasta penalizzata dalla previsione dei fondi secondo i quali le offerte del prossimo triennio avrebbero prodotto una flessione del 20%, smentita dalle buste dalle quali è uscita invece una riduzione del 7% appena. Perciò è rimasta seconda. Paolo Dal Pino, presidente della Lega, ha compiuto l'unico tentativo possibile e chiesto all'assemblea di esprimersi a favore di una votazione definitiva: 10 club hanno risposto no. E a quel punto il rinvio è diventato indispensabile. Non solo. Ma poiché i favorevoli all'offerta Dazn sono 11 sulla carta, per ottenere il via libera serviranno altri 3 voti e raggiungere così la soglia della maggioranza utile, 14 su 20.
Non sarà facile.
Nonostante le rassicurazioni di natura tecnica che i dirigenti del broadcaster, presenti in assemblea, hanno fornito ai presidenti ricordando che Dazn ha già 700 mila propri abbonati e che la differenza coperta da Sky (1 milione e 800 mila) può essere facilmente dislocata su un altro satellite (tvsat) grazie a un decoder e sul digitale terrestre.
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