Le pressioni su Platini? «Un'infamia»

Accuse che hanno solo un obiettivo: sporcare la sua immagine. Michel Platini passa al contrattacco e lo fa con una lettera aperta al Daily Telegraph. Il quotidiano inglese rivelava che il presidente della Uefa avrebbe incontrato a Zurigo, durante una colazione di lavoro inizialmente segreta, Mohamed Bin Hammam, all'epoca membro dell'Esecutivo Fifa e lobbysta per il Qatar, esattamente un mese prima della decisione della Fifa di far disputare le fasi finali della kermesse iridata del 2022 nello stato arabo. Bin Hammam avrebbe «pressato» Platini per far sostenere e vincere la candidatura avanzata dal Qatar.
Pochi giorni dopo l'incontro, ma sempre prima dell'assegnazione, Le Roi avrebbe anche partecipato a una cena all'Eliseo, assieme all'allora presidente della Francia Nicolas Sarkozy, all'emiro e al primo ministro del Qatar. «Sfortunatamente, non sono più sorpreso da queste voci infondate che mirano a macchiare la mia immagine, specialmente in un momento così importante per il futuro del calcio - la replica di Platini -. Trovo allucinante che le chiacchierate con un collega dell'Esecutivo Fifa possano trasformarsi all'improvviso in un affare di Stato. Ovviamente ho incontrato Bin Hammam in tante occasioni nel 2010 essendo entrambi nell'Esecutivo Fifa dal 2002, e durante questi incontri si è parlato soprattutto della mia potenziale candidatura alla presidenza della Fifa. Bin Hammam voleva convincermi a candidarmi per le elezioni del 2011».

Le Roi ci tiene poi a ricordare che «sono l'unico membro dell'Esecutivo Fifa che ha pubblicamente affermato per quale candidatura ha votato (Russia per 2018 e Qatar per 2022, ndr), a dimostrazione della mia trasparenza, e nessuno mi ha imposto termini o condizioni».

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