Primo grande duello nella prima classica del Nord ciclismo

Gambe forti e mano lesta. Le gambe quelle di Fabian Cancellara, la manina quella di Peter Sagan, che sul palco delle premiazioni si diverte burlone a toccare il lato B di una miss, ma dimostra in ogni caso di essere un piccolo grande prodigio. «Mi scuso per il gesto, volevo solo scherzare», dirà poi su twitter il pupo slovacco.
Erano gli uomini più attesi nel Fiandre del Centenario (prima edizione nel 1913) e domenica non ci sono state sorprese: loro erano gli uomini da battere e loro due si sono battuti, a viso aperto. Scontro generazionale: Fabian Cancellara, 32 anni da Berna con antenati lucani, contro Peter Pan Sagan, 23 anni, slovacco, ciclisticamente nato nel trevigiano.
«Oggi sei stato più forte tu, sei andato fortissimo». «Grazie, anche tu sei stato un osso duro, non è stato semplice batterti». L'Italia finita contro i muri del Fiandre, si consola con l'idioma a noi più caro. Davanti ai taccuini di mezzo mondo e in favore di telecamere, Cancellara e Sagan si scambiano reciproci complimenti in perfetto italiano: al momento, in questo momento, è il massimo che noi possiamo permetterci.
La vittoria, netta e schiacciante, è andata ancora una volta a Fabian Cancellara. A "Spartacus" bastano 30 metri su 256 chilometri di corsa per far capire a Peter Pan Sagan chi è il più forte. In quei 30 metri del Paterberg, l'ultimo Muro con punte del 20% e fondo in pavé, Fabian Cancellara costruisce un altro capolavoro: il secondo della sua carriera, dopo quello del 2010, sempre nel giorno di Pasqua. Sagan, che pochi chilometri prima, sul Vecchio Quaremont era andato fuori giri, cede un metro, poi due e alla fine non può far altro che accettare il verdetto della strada (terzo finirà il belga Roelandts, che era andato in avanscoperta, prima di essere ripreso da quei due).
L'Italia brilla con le seconde linee: il migliore è il trentino Daniel Oss (12°), poi Oscar Gatto (15°). Delude invece Pippo Pozzato, che chiude a quasi 5'.

Ma un plauso lo merita Mirko Selvaggi, autore di una bellissima azione a circa 30 chilometri dal traguardo. E poi il giovane Mattia Cattaneo, che al suo primo Fiandre dimostra di saperci fare. Poca cosa, ma in questo Fiandre, nel quale si parla comunque italiano, è già qualcosa.

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