«Il problema non è Sneijder, ma come sta»

«Il problema non è Sneijder, ma come sta»

nostro inviato ad Appiano Gentile

«Ha detto solo che sono bravo, o ha aggiunto bravo allenatore? Solo bravo? Bè, speriamo che la prossima volta aggiungano anche un bravo allenatore. Ma capisco: un cavallo si giudica al traguardo». Alla quarta Andrea Stramaccioni inizia a esserci dentro fino al collo e teme la trasferta di Firenze. I viola sono in ripresa, Delio Rossi è sempre stato un suo punto di riferimento e senza una punta vera e con una difesa a tre, le incognite aumentano.
Cinque di campionato in quindici giorni sono un’impresa per la baleniera più datata del campionato? Neanche per idea, Stramaccioni la difende: «Non schiero Zanetti perché ha il record delle presenze, o Cambiasso perché ha fatto la storia. Gioca Zanetti perché ritengo che con lui l’Inter possa fare risultato, e schiero Cambiasso perché è il miglior interno sinistro che ho a disposizione. Gli italiani? Di Faraoni perse le tracce? Pazzini, Ranocchia e Poli in panca? É vero, come è vero che Pazzini è in una forma splendida e l’ho detto anche a Prandelli. Il primo all’allenamento e l’ultimo a lasciarlo. Ma come si fa a togliere Milito? E assieme a Lucio non si può schierare uno con le caratteristiche troppo simili alle sue come Ranocchia». Una spiegazione che non fa una grinza. Ricorda molto da vicino alcune considerazioni di Ranieri. Appena giunto ad Appiano il tecnico disse di avere in mano la rosa più forte da quando allenava. La stessa domanda, in occasione del brindisi di Natale e quindi soltanto tre mesi più tardi, riceveva una risposta un po’ meno entusiasmante: «Anche a Valencia però avevo una bella rosa».
Forse Ranieri aveva capito di essere finito prigioniero, di cosa non è mai stato precisato ma era altamente intuibile. Andrea Stramaccioni è troppo giovane per giocarsi male il suo futuro e rischiare di perdere l’Inter per mancanza di coraggio. È quasi in una botte di ferro, il presidente vota per lui per una serie di buoni motivi che vanno dalla genialata della scelta, al fair play finanziario. Saverio e soci votano per lui perché finora li ha schierati in massa. Chi sta in panchina è delegittimato da ogni ribellione in quanto la squadra è imbattuta. La curva lo ha accettato, lo ha ospitato, lo sente pulito. I tifosi li sta conquistando con i punti in classifica. Ma tutto questo può cambiare nel giro di novanta minuti.
Intanto oggi ha convocato Wesley Sneijder e Douglas Maicon, due giganti mai a disposizione, ma l’entusiasmo ha lasciato spazio all’analisi: «Sneijder per me non è un problema.

Semmai il problema è come sta Sneijder, capire quanti minuti ha nelle gambe. Al dottor Combi ho chiesto il quadro completo delle possibili soluzioni, li abbiamo recuperati e non li vogliamo più perdere. Gli altri? Puntiamo tutti al terzo posto, noi ci crediamo».

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