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Prova di forza: notte da prima volta

Due tecnici mai vincenti in Italia, CR7 e il tabù Olimpico, una finale inedita senza tifosi

Prova di forza: notte da prima volta

Saremo i primi in Europa, almeno nei Top 5 tornei continentali, ad assegnare la Coppa nazionale. Che nel corso degli anni ha perso in Italia quel valore dispregiativo di «portaombrelli»: vista la razzia di trofei di casa nostra fatta dalla Juve nell'ultimo decennio, è diventata l'unica strada per poter mettere in bacheca un trofeo. Napoli e Lazio ne sanno qualcosa e guarda caso proprio loro anche in epoca post-Covid dovranno impedire il «doblete» italiano dei bianconeri. Stasera toccherà ai partenopei, nella maratona verso lo scudetto alla truppa di Inzaghi.

È una notte da prime volte: quella di un atto conclusivo della Coppa senza pubblico, della premiazione self-service (i giocatori prenderanno da soli medaglie e trofeo), dell'arbitro Doveri in una finale, di un Cristiano Ronaldo (di nuovo centravanti) in una finale vinta a Roma - qui 11 anni fa Messi gli sfilò la Champions -, di Gattuso o Sarri a seconda di chi alzerà il primo trofeo da allenatore, di tanti calciatori giovani (vedi il Meret rilanciato dalla squalifica di Ospina) che una partita così l'avevano vista solo in tv. Non di Bonucci, l'unico superstite del precedente del 2012, o di Buffon, a caccia del record di sei Coppe vinte (come l'attuale ct Mancini).

Ringhio è alla 17ª finale della sua carriera, un numero che a Napoli non può che essere visto con l'occhio torvo, ma che per il tecnico può voler dire sfatare il tabù Juve sulla panchina: alla guida del Milan perse in 7 mesi Coppa Italia e Supercoppa (con il primo sigillo pesante di Cr7 in Italia). L'ex Sarri è invece alla ricerca di quella consacrazione nostrana che finalmente renda giustizia agli elogi spassionati ricevuti in questi anni. «Mi girano quando si dice che in Italia non ho vinto nulla - le sue frasi alla vigilia, in bacheca ha quel trionfo nella Coppa di serie D con il Sansovino -. Ho fatto otto promozioni. E i risultati della squadra sono i migliori degli ultimi 50 anni per un allenatore esordiente».

Gattuso vuole fare come Mazzarri che nell'unico precedente del 2012 tra le due squadre strappò la Coppa a Conte. E vuole essere il nuovo re di Napoli, prendendosi un posto in Europa ancora prima del tour de force del campionato. «La Juve è abituata a vincere, per noi sarà difficile ma siamo abituati a soffrire», così Rino dopo aver eliminato l'Inter in semifinale. Sarri cercherà di zittire i tifosi juventini ancora scettici sulla scelta fatta da Agnelli, prendendosi la rivincita sull'ultimo match a Napoli dove la Juve «giocò una brutta partita, fece tanti errori, si allungò troppo e perse». E tanto per citare alcuni degli attori, la prima volta di Mertens potrebbe essere sinonimo di un contratto più ricco, quella di Koulibaly - sempre protagonista con i bianconeri nel bene o nel male - per lasciare in eredità al Napoli una bella somma dalla sua ormai certa cessione.

I bookmaker danno la Juve favorita e non poteva essere altrimenti. Magari non aspettiamoci spettacolo, il pallone ha appena ripreso a rotolare.

(ha collaborato Domenico Latagliata)

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