Calcio

È psicoJuve: Vlahovic non va, Pogba ribelle e Chiesa...

Penalità, lacrime e giocatori chiave che "tradiscono" o sono fragili

È psicoJuve: Vlahovic non va, Pogba ribelle e Chiesa...

Torino. Forse non è un caso. Perché una stagione così psicologicamente complicata non è per nulla facile da affrontare. Quando la settimana scorsa Allegri ha raccontato che qualche suo giocatore si era messo a piangere in spogliatoio dopo il ko contro la Roma, non sono mancati sorrisini ironici.

Di sicuro c'è di peggio ovunque e ci sono difficoltà maggiori da superare nella vita di ognuno rispetto a quelle di chi veste il bianconero, ma intanto la Juventus passa da un guaio all'altro. Ed è quasi normale che a un certo punto possa esserci anche una sorta di crollo psicologico, quando i risultati non arrivano o quando, scalata una montagna, ne arriva una ancora più ardua da affrontare. È una Juve tormentata sotto tutti i punti di vista, ecco: partita malissimo in campionato, si è poi rimessa in carreggiata blindando la difesa. Poco entusiasmo comunque sia dentro che fuori dall'ambiente, con Allegri però abile a tenere unito il gruppo. «A nessuno è mai stato fatto quello che abbiamo subìto noi quest'anno», ha sussurrato lui stesso pochi giorni fa. Evidentemente provato, uomo di campo in mezzo alla tempesta societaria: ha tenuto dritta la barra e, se tra qualche settimana dovesse essere eliminato il meno quindici, la sua creatura brutta sporca e cattiva si troverebbe probabilmente ri-catapultata in seconda o terza posizione. Eppure, se anche andasse così, resterebbe sempre la spada di Damocle della manovra stipendi: una nuova penalizzazione viene anche considerata probabile, così da vanificare gli sforzi prodotti nei mesi precedenti.

E poi c'è il campo. Che ogni tanto porta buone notizie, ma spesso con quel retrogusto amarognolo impossibile da ignorare. E quindi c'è Pogba che per un motivo o per l'altro non ha ancora regalato una gioia che sia una, finendo anche dietro la lavagna per l'arrivo in ritardo alla cena di mercoledì che precedeva la sfida con il Friburgo: dopo il capriccio della mancata operazione estiva e il recente rientro in campo part-time, davvero non se ne sentiva il bisogno. Quanto a Chiesa, pur se gli esami di ieri hanno escluso lesioni importanti al ginocchio dolorante, non è ancora tornato lui a oltre un anno dal crac del gennaio 2022 e chissà se ci riuscirà prima della fine della stagione.

E Vlahovic? Non segna da cinque partite, non ha mai davvero convinto e, per una novantina di milioni, in estate potrebbe fare le valigie.

C'è Di Maria, questo sì: 35 anni compiuti, trascinatore nell'anno nuovo ma non incisivo nella prima parte di stagione. Anche lui (come Alex Sandro, che tornerà dopo la sosta per le nazionali) è uscito acciaccato dal match contro i tedeschi: domani, al cospetto della Sampdoria ultima in classifica, riposerà.

Sperando non ci sia da rimpiangerlo.

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