nostro inviato ad Appiano Gentile
C’è tutta una serie di precedenti, aneddoti e statistiche sullo strano derby di questa sera. Per l’Inter sembrerebbe il logico compendio di una stagione frustrante e senza titoli, dalla coppa Italia 2004-05 la prima dopo otto anni di continue conquiste. Anche quest’anno protagonista dello scudetto, ma da figurante: paga misera e ticket per la mensa.
Quando lo sconforto vince, si perdono anche le origini e l’interista bauscia che guarda solo alla sua squadra e legge solo la pagina sulla sua squadra e perfino allo stadio vede solo la sua squadra, si ritrova a domandarsi chi sfavorire: il Milan vincendo il derby o la Juventus perdendolo? Il dilemma sarebbe già urticante in sé senza aggiungere che con uno scudetto in più il Milan la sorpassa e la Juventus vorrebbe aggiungersi una stella.
Peggio l’una o l’altra è la beffa più atroce che ha diviso l’interista e qualcuno, molto influente, si è anche esposto in modo ridicolo, meglio perderlo, anzi no, meglio vincerlo. Stramaccioni ha detto che questa è proprio una stagione maledetta, e lo disse anche Ranieri. Tanto maledetta che l’Inter non ha neppure una bandiera da liberare e sventolare. Stracciata, sdrucita, scolorita, affittata, magari falsa, ma niente, neppure quella. La Juventus è lì con i suoi scudetti smarriti e la terza stella, tutti uniti sotto il drappo verso la meta, è la sua bandiera di questa stagione, la regge alta, anche se non ci credono tutti. Il Milan è lì con: abbina questa foto a un numero sul cellulare. Il gol di Muntari ripreso da tutti gli angoli del mondo, anche da casa Galliani, era gol, è la sua bandiera da sventolare, anche se non ci credono tutti: «Arrivare pari con la Juve farebbe girare le scatole».
L’Inter non ha neppure quello, niente da difendere, niente bandiera da sventolare, qualcosa che metta d’accordo, questa stagione è proprio zero in tutto. Crollato il sogno di un piazzamento Champions, sembra che ormai ci sia solo il vuoto. Anzi, da fulminata, riesce perfino a dividersi sull’atteggiamento da assumere in questo derby, la partita che va oltre, qualcosa di indefinito che decreta la supremazia in città, dopo aver vinto con un colpo di Milito quella d’andata, in trasferta.
Massimo Moratti ha avvisato la tifoseria giurando che la squadra darà tutto. Ma la tifoseria proprio per questo non si è tranquillizzata affatto. E quando ha ricordato che questa sera l’Inter non è certo favorita, appunto che in vista di un derby è sempre di buon auspicio, gli interisti si sono ancor più allarmati. Se perdo, perdo, ma se vinco, perdo ugualmente, è lo psicodramma che va in onda questa sera.
«Chi comanda la classifica dopo questa giornata di campionato, vincerà lo scudetto». E l’interista va giù di testa, cerca una boa a cui afferrarsi, un pretesto, qualcuno che dia una parola di conforto. E se gli arriva, neppure se ne accorge, perché uno con le idee chiare c’è. L’unico sul quale si può giurare non gliene possa fregar di meno è Andrea Stramaccioni, neo interista da poco più di un mese, il più fresco, sebbene provato dallo studio del dialetto milanese.
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