PUNTO DI VISTA

di Tony DamascelliN on so se il campionato sia finito. So che, sicuramente, è sfinito. La Juventus si limita alla modica quantità per liquidare l'Empoli, perdendo per strada ancora Chiellini (Conte si informi) e segnalando altri affaticamenti. Al Napoli saltano i fusibili nella partita di Udine, la strategia della tensione uccide il Napoli e i suoi sogni tricolori, Sarri si fa espellere ancora e se in banca, nella sua carriera prepallonara, si fosse comportato come fa a bordo campo, lo avrebbero licenziato in tronco. Higuain segna il trentesimo gol ma realizza l'autogol dell'anno mettendo le mani addosso all'arbitro, reagendo in modo isterico e, direi, preoccupante, in chiaro esaurimento nervoso. Il carico sulle spalle dell'argentino era pesantissimo ma il suo comportamento (non soltanto a Udine) è indice di sovraccarico psicologico. De Laurentiis se l'è presa con Mediaset, in verità anche il presidente ha i fili scoperti e basta poco per mandarlo in corto circuito. La Roma ha vinto un derby senza pubblico e senza gioco, facendo in quattro pezzi la Lazietta, Olimpico da vergogna, semideserto e se ripenso al Camp Nou con centomila spettatori capisco che il nostro football non è alla deriva è ormai naufrago. Dicono che Mihajlovic sia come il calcio italiano e il Milan che perde a Bergamo non fa più notizia ma fa miseria. E che nessuno pensi che il problema sia soltanto l'allenatore, perché altrimenti si aggira l'ostacolo e si gioca a mosca cieca. Totale: la Juventus si ritrova con 6 punti in più a sette giornate dalla conclusione. Allegri aveva sperato in una sciocchezza napoletana, così come Sarri, con il gergo poco bancario che lo contraddistingue, aveva parlato di una eventuale «cazzata» bianconera.

La Juventus non ha commesso la suddetta e Sarri non si lamenti perché è stato costretto a giocare ventiquattro ore dopo i campioni: se i nervi crollano contro un avversario che ha cambiato allenatore e ha sbagliato anche un rigore allora significa che non è il calendario a decidere le sorti del Napoli ma il logorio del calcio moderno.

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