A Napoli direbbero: adesso combattono le sciabole e i foderi stanno appesi. L'esito della sfida in campionato di San Siro (1-0 gol di Locatelli) e quello di fine anno (Supercoppa) a Doha, ancora più doloroso per le falangi juventine, sono stati una clamorosa eccezione, una anomalia rispetto ai valori delle due rose, agli investimenti sul mercato e al famoso budget. La regola é stata invece ripristinata ieri sera a Torino nei primi 22 minuti di calcio mai dominato nel governo del pallone (a dispetto della pericolosità, neanche un tiro in porta, il possesso palla é a favore dei milanisti) ma scandito da un cinismo senza pari e da un paio di marcature (Barzagli su Bonaventura e Asamoah su Suso) che han disarmato il Milan là dove nei due precedenti aveva procurato dolori all'armata bianconera.
La differenza di cifra tecnica tra le due squadre é emersa al primo pallone utile per Dybala e più tardi sulla punizione di Pjanic (la barriera rossonera colpevolmente non salta) ed è stata confermata in modo plastico nello snodo decisivo della ripresa, in occasione del secondo folle fallo di Locatelli (espulso) dopo la girata di Bacca. Riaperta e richiusa nel giro di pochi minuti. É un peccato di gioventù che a 18 anni si può perdonare a condizione che non si ripeta.
A quel punto il Milan di Montella ha mostrato la sua qualitá migliore: anche in dieci é rimasto attaccato alla partita e al risultato. Per merito di Montella che, rimasto con dieci uomini, invece di allacciarsi le cinture ha rinunciato a un difensore per tentare una strepitosa rimonta.
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