Quando lo annullai e mi insultò

Non ho dormito per tre notti. Quelle che precedevano la partita di Barcellona contro l'Argentina. Enzo Bearzot mi aveva comunicato che sarei stato io a dovermi occupare della marcatura di Maradona

Quando lo annullai e mi insultò

Non ho dormito per tre notti. Quelle che precedevano la partita di Barcellona contro l'Argentina. Enzo Bearzot mi aveva comunicato che sarei stato io a dovermi occupare della marcatura di Maradona. E allora mi misi davanti al televisore per studiare le tre partite che avevano portato l'Argentina alla sfida contro di noi. «Ma come cacchio faccio a fermare questo qui?», fu la mia prima reazione, perché Diego dribblava non uno, non due, ma tre avversari e soprattutto con una velocità incredibile e in uno spazio limitatissimo. Dunque decisi quella che sarebbe stata la mia contromossa: non avrei dovuto farlo girare su se stesso, non dovevo permettere che mi venisse di fronte e questo tipo di controllo lo faceva soffrire, lo capivo, lo intuivo e mi misi proprio alle sue spalle di continuo, come un'ombra, cercando di isolarlo dai compagni che lo cercavano. Così fu e la vinsi io, perché Diego non perdeva tempo per molestarmi, insultandomi, su mia madre, sulla mia famiglia, pensando di innervosirmi, io non feci una piega, non sentivo le sue parole. Scrissero che lo picchiai per novanta minuti ma non era vero e lo dimostrano le immagini, fu lui piuttosto a essere espulso contro il Brasile per un calcio rifilato a un avversario. Questo non significa che Diego non sia stato il più grande, per me in assoluto, anzi posso dire che se avesse potuto confrontarsi con Pelé lo avrebbe molestato, gli avrebbe anche tolto lo scettro di sovrano del calcio mondiale, perché Diego Armando Maradona ha saputo essere unico nel suo stile, nella sua capacità di vincere da solo un mondiale per la sua nazionale, come accadde nel 1986 in Messico. Al termine di quella partita al Sarria gli chiesi la maglia come ricordo ma Diego si rifiutò e ci rimasi malissimo perché in un mondiale certi riti, certe abitudini fra calciatori, vanno rispettate, anche in caso di sconfitta. È strano ma dopo quella partita non ho avuto mai più occasione di marcarlo, quando passai alla Fiorentina toccò ad altri ma ho conservato comunque il massimo rispetto per lui.

Il giorno del suo compleanno, il 30 ottobre scorso, gli ho inviato un video di auguri e resto con la speranza che Diego lo abbia potuto vedere, perché, al di là di quella sfida di Barcellona, il mio ricordo è rimasto unico nei confronti di quello che ritengo il più grande e il più forte calciatore di tutti i tempi.

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