Il quartetto azzurro torna a cantare in pista

Super Viviani e, dopo 20 anni, record italiano nell'inseguimento a squadre

Pier Augusto StagiUn inizio con il botto e con i fiocchi, per ricominciare. Perché il record italiano dell'inseguimento a squadre, specialità nella quale eravamo praticamente scomparsi da anni, è solo il primo tassello per poter sperare in una rinascita. Vent'anni dopo il record del mondo di Manchester 1996, con quel 4'00958 che all'epoca valse il primato, l'Italia abbatte il muro dei 4' sui 4 chilometri, con il tempo di 3'57800, media 60,555 km/h. Quarto tempo dietro ai mostri sacri della Gran Bretagna, di Sir Bradley Wiggins, Australia e Nuova Zelanda.E così, Liam Bertazzo, Francesco Lamon, Simone Consonni e il nostro gioiello Elia Viviani, guidati dal Ct Marco Villa, entrano nella storia e oggi si giocheranno le medaglie, sfidando la Gran Bretagna di Wiggins in semifinale. «Comunque vada sono felice per i ragazzi ha commentato felice Villa -. Peccato solo che arriviamo un po' in ritardo, ma questo è un gruppo vero. Se avessimo cominciato prima, adesso saremmo all'Olimpiade di Rio anche con l'inseguimento maschile». Chi è già sicuro di esserci è Viviani, che chiede strada per la pista. E lo chiede a gran voce e con i risultati. In verità lui è l'unico, al momento, ad avere la certezza di correre l'Omnium (sei prove: scratch, inseguimento, eliminazione, km, giro lanciato e corsa punti) alle prossime Olimpiadi di Rio al pari delle ragazze dell'inseguimento a squadre. Ma qui a Londra, dove da ieri a domenica si correrà la rassegna iridata, anche Simona Frapporti e Francesco Ceci hanno la possibilità di fare punti preziosi in chiave olimpica e staccare in extremis il biglietto per Rio garantendo al nostro movimento anche le prove dell'omnium (molto difficile) e del keirin (molto più probabile). Elia Viviani torna in pista, nel senso che dopo aver corso su strada in Belgio qualche giorno fa le prime classiche di stagione, con assoluta naturalezza è salito sul tondino del Lee Valley Velo Park per inseguire un sogno iridato. «Molto probabilmente torno a sacrificare per l'ultima volta la strada per la pista spiega il 27 enne campione veronese, che da due stagioni corre per il Team Sky e ieri ha trascinato il quartetto dell'inseguimento in semifinale -, ma quest'anno ho in mente solo e soltanto l'Olimpiade. In questi anni mi sono sdoppiato tra pista e strada, raccogliendo soddisfazioni un po' dappertutto, ma ora è giunto il momento di concretizzare dopo la delusione di Londra 2012. Io sono convinto che l'oro è alla mia portata».

E i sogni di Elia sono quelli di un'interna nazione, la nostra, che aspetta l'oro iridato da ben 19 anni (1997, Silvio Martinello, corsa a punti, e il quartetto maschile, ndr). «Nelle ultime settimane, a Montichiari, ho lavorato molto bene ci spiega Viviani -. Arrivo ai Mondiali più in forma dello scorso anno e sono certo di poter correre per un solo obiettivo: l'oro».

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