Quell'assurdo no ultrà alla Dea Champions

Quell'assurdo no ultrà alla Dea Champions

V ista così, è una contraddizione. Nel giorno in cui Milan e Inter presentano il progetto per la costruzione di un nuovo stadio e l'abbattimento del Meazza, i tifosi rivendicano la sacralità della Scala del Calcio. La Curva Nord non dice solamente no ad ospitare a San Siro l'Atalanta per le partite di Champions. Gli ultras vanno oltre, con una sottile provocazione che potrebbe suonare ai più sensibili come una minaccia se non fosse per due parole: presidio civile. Cioè l'invito a tutti i tifosi a ritrovarsi al baretto fuori dallo stadio nelle eventuali serate bergamasche di coppa a Milano. Ovvio che basterebbe una scintilla a creare problemi di ordine pubblico. Sia gli ultras nerazzurri che quelli rossoneri non hanno un buon rapporto, eufemismo, con i colleghi orobici. Il motorino lanciato dagli spalti è un flash per chi ha la memoria corta. Nel comunicato della Curva Nord c'è un'altra parola: infestare. Questo farebbe l'Atalanta se dovesse giocare a San Siro, secondo gli ultras interisti. C'è però un discorso di proprietà che si confonde con casa. Lo stadio è del Comune di Milano, dato in concessione a Milan e Inter. Giusto che gli ultras lo sentano e lo vivano come casa loro. E quindi che possa dar fastidio che gli «odiati» rivali occupino i loro seggiolini, calpestino i loro gradoni. Ma c'è un particolare: non sono loro i padroni, anche se parte integrante e per certi versi irrinunciabile dello spettacolo. Le scenografie dei derby fanno il giro del mondo, insieme alle cronache sul giro d'affari. Il presidente del Milan, Paolo Scaroni, con prudenza aveva detto: «Dovremo sentire l'umore dei tifosi. Lo stadio è dei club, ma anche loro». L'Atalanta a San Siro è l'ultimo avamposto, di club, istituzioni e forze dell'ordine per non cedere ulteriore terreno agli ultras che ormai marciano e dettano legge indisturbati ovunque. Il Comune, Inter e Milan devono decidere liberamente, senza pressioni se ospitare al Meazza l'Atalanta. D'altra parte qui la Juventus ci ha giocato una finale di coppa Uefa contro il Parma, ventiquattro anni fa. E la perse, precedente che potrebbe convincere anche gli ultras scaramantici, puntando sulla casa che porta sfortuna al nemico.

E poi se ci ha giocato la Signora perché non può farlo la Dea? Vero anche che l'ultima volta che è stata aperta una curva alla tifoseria rivale, i laziali nella Sud della Roma, ci siamo ritrovati con la vergogna delle figurine di Anna Frank con la maglia giallorossa. Ma sarebbe un'altra vergogna negare San Siro all'Atalanta in Champions.

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