Via dall’Inter non è mai facile, ricominciare da un’altra parte è sempre un piccolo trauma, Julio Cesar il portiere del Triplete ha confessato il periodo duro che ha trascorso quando ha saputo che non faceva parte del nuovo progetto e ne ha parlato con grande nostalgia: «Dare l’addio a Milano è stato davvero un momento per me difficile, molto difficile, perché mi sono passati per la testa tutti i momenti in cui ho vissuto con la famiglia Inter. Quando dico famiglia parlo in generale, il presidente, i direttori, i compagni di squadra, quelli che lavoravano alla Pinetina, i tifosi soprattutto, perché penso che nella mia carriera di calciatore siano stati i momenti più belli - ha raccontato l’attuale portiere del Qpr -. D’altronde fare il secondo di Handanovic sarebbe stata davvero una cosa difficile per me, perché ho altri obiettivi da raggiungere, per esempio giocare il Mondiale a casa nostra, in Brasile, e se rimango in panchina diventa più difficile essere chiamato dalla mia Nazionale. Però ho dato l’opportunità anche all’Inter, ho detto che nel mio contratto non c’era scritto che dovevo essere titolare, me la volevo giocare con lui, ma non mi hanno dato neanche questa possibilità. Quello che hanno detto è che io non facevo più parte del progetto, loro volevano un’altra cosa, ho rispettato la loro scelta e ho cominciato a cercare un’altra strada».
A Julio Cesar non è andata così male, è a Londra, è in Premier league, gioca. Per altri è stata più dura, Lucio non ha convinto alla Juventus e girano voci sulla sua possibile partenza già nella vetrina di mercato invernale. Maicon nel Manchester City è alle prese con un problema muscolare e rientrerà a metà novembre, Poli nella Sampdoria non sta facendo sfracelli, però domani probabilmente partirà titolare, Maurito Zarate non ha ancora convinto la Lazio e Petkovic, Giampaolo Pazzini ha fatto una tripletta all’esordio in rossonero, poi è uscito dai radar. Poi ci sono i casi clinici tipo Adriano, ancora guai al Flamengo. L’Imperatore non gioca una partita ufficiale da oltre un anno, ha saltato gli ultimi due allenamenti e ha ottenuto un permesso fino a martedì prossimo. Ma al suo rientro scoppierà il caso, il direttore del Flamengo, Zinho, lo ha definito: «Una persona malata che ha bisogno di aiuto».
Poi c’è chi si è guadagnato la fama ma non esattamente per meriti sportivi, nonostante le indiscusse qualità: Mario Balotelli è finito in copertina sull’edizione di questa settimana di Time:«Mio figlio avrà bisogno di una mamma capace di dire di no, perchè io lo amerò così tanto che forse non sarò in grado di dirglielo Un bambino abbandonato non dimentica». Supermario non tradisce mai.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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