La strategia di Ancelotti (spazio per tutti, nessuno è intoccabile) funziona alla perfezione. Non sarà il Napoli straripante dell'ultimo Sarri a livello realizzativo - 12 contro 19 i gol segnati dopo cinque giornate - ma sicuramente è una squadra più pragmatica. E con una gestione della gara tranquilla, in completo controllo. In un San Paolo che mostra meno spazi vuoti del solito, segno che i tifosi cominciano ad avvicinarsi alla squadra, la truppa di Ancelotti diverte e si diverte: grande intensità degli undici per nulla statici sul campo, segno di una crescita fisica costante, pressing asfissiante di almeno un'ora che non consente agli avversari di ripartire, recuperi continui del pallone con un Allan che nel ruolo è uno dei migliori della serie A. Poco importa che il Napoli non segni caterve di gol (ieri contro il Parma almeno venti tiri e tre reti, il massimo stagionale in una gara) o che abbia tre punti in meno rispetto al 2017 - colpa della stecca in casa della Samp di 25 giorni fa -, l'importante è che tutti abbiano minuti in campo e in panchina.
Il turnover è una legge alla quale nessun giocatore può sottrarsi. Con la sola eccezione del muro Koulibaly, l'unico ad essere rimasto per tutti i 600 minuti di questo campionato, e dell'Insigne mai così prolifico a inizio stagione - già cinque reti in 6 gare, l'anno scorso per arrivare a un traguardo simile impiegò ben 17 giornate. Il 4-4-2 favorisce gli inserimenti in area di Lorenzo il Magnifico, che ha già concluso 11 volte nelle porte avversarie, con una media realizzativa vicina al 50 per cento. Meglio di lui, a livello di gol segnati, c'è solo il polacco del Genoa Piatek. Ma è tutta la squadra, terzini compresi, a trarne beneficio. Prova tangibile è il francese Malcuit, 20° giocatore della rosa a debuttare dal primo minuto (e c'è qualcuno ancora in infermeria), che mostra personalità e non rinuncia nel primo tempo a salire fino alla linea di fondo e spedire qualche pallone invitante in area. E poi i guizzi di Milik che, già in gol con la Lazio nella prima giornata, per una sera si è ripreso la scena al centro dell'attacco dopo la panchina con il Torino. La doppietta mancava al 99 del Napoli da due anni (l'ultima il 17 settembre 2016 in casa con il Bologna) prima che vivesse il calvario legato agli infortuni.
Il mercoledì si rivela giorno fortunato per il Napoli, chiunque scenda in campo. Nelle ultime 16 gare infrasettimanali di campionato, la truppa partenopea non ha mai perso, conquistando 11 vittorie. È chiaro che Ancelotti non snobbava il Parma, squadra che ha guidato per due stagioni agli albori della sua carriera in panchina. Ma il turnover da record (nove elementi diversi rispetto al successo in casa del Toro, una vera rivoluzione) è anche un modo per risparmiare chi ha giocato di più in vista delle due gare con Juve e Liverpool, di fatto già decisive per pesare fin dove i partenopei potranno spingersi in questa stagione.
Basta un primo tempo da manuale per mettere in ghiaccio la sfida. Insigne ha ormai il fiuto di un centravanti e non perdona Sepe (ex nativo di Torre del Greco) quando Iacoboni incespica nel tentativo di fermare l'azione del Napoli.
Lorenzinho colpisce anche un palo mentre il polacco Zielinski - pure in gol contro l'Italia nella gara di Bologna - e Mario Rui si dimostrano poco precisi sotto porta. Milik regala due gol a inizio (con assist del solito Insigne) e fine ripresa (cross di Verdi). La testa può andare alla sfida di sabato allo Stadium, primo crocevia di una stagione che potrebbe regalare tanti sorrisi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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