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"È Rafa il vero problema altro che Djokovic... Rinasco con l'oro di Rio"

Intervista a Rafa Nadal. "Ho superato tutti i guai. Se ritrovo la miglior condizione batto chiunque Mai stato così bene a inizio anno". E fa subito suo il torneo di Abu Dhabi

"È Rafa il vero problema altro che Djokovic... Rinasco con l'oro di Rio"

Abu Dhabi - L'anno orribile è finalmente alle spalle, niente Slam, neanche un Master 1000, fuori dai «fabulous four», solo quinto nel ranking mondiale. Emblematica l'ultima partita persa nella semifinale dell'Atp World Tour Finals con sua maestà Djokovic, doppio 6-3 e a casa. Il rinascimento di Rafa Nadal è partito da Abu Dhabi: in semifinale ha vendicato la sconfitta subita due anni fa dal connazionale Ferrer proprio al Mubadala World Championship; in finale ha sconfitto il canadese Raonic, che ha battuto anche oltre i 230 km/h, per 7-6, 6-3. Significa pur qualcosa alla vigilia di questa nuova stagione che dovrebbe riportarlo al vertice.

«Sono soddisfatto perché ho giocato alla grande molti punti, come non mi accadeva da tempo. Oltre ogni previsione il feeling con la palla. Non ero mai stato così bene, così in forma, a inizio anno. Ne ho parlato nello spogliatoio con Ferrer. E lui mi ha risposto che di solito si gioca con questi ritmi e con questa intensità a metà stagione. Se abbiamo provato con successo tanti colpi difficili, è perché siamo già in buona forma».

Allora pensa di recuperare il gap con Djokovic e Federer che nel 2015 é stato pesante?

«Negli ultimi mesi non ho avuto molte occasioni di affrontare Nole, Roger e gli altri top, non andavo così avanti nei tabelloni. Ma io ho fiducia di tornare ai miei livelli. Djokovic è un problema, lo è per tutti. E anche Federer incanta con il suo tennis sempre competitivo. Ma il problema vero è Nadal. Se recupero la migliore condizione dopo i tanti incidenti che ho avuto negli ultimi anni, posso battermi con chiunque. Allora sarò io un problema per Nole e tutti gli altri grandi».

Quale è la ricetta per applaudire nuovamente Nadal vincitore in uno slam?

«Lavorare e ancora lavorare. A differenza dei miei avversari, non mi sono fermato un giorno negli ultimi mesi proprio per ritrovare il rendimento che mi permetta di fare grandi cose nei tornei più importanti. I risultati li avete visti anche voi. Ma quel che conta, è che io mi sento sempre meglio, di giorno in giorno acquisto convinzione. Presto sarò in grado di fare lunghi scambi ad alto livello».

È ancora vulnerabile sulla seconda di servizio...

«Come se il mio staff non lo sapesse...».

La rincorsa partirà dai tornei in terra rossa?

«Io spero di fare bene fin dagli Australian Open sul cemento. Sono in campo a Capodanno proprio per questo motivo. Il torneo di Abu Dhabi non è una esibizione, qui il livello è altissimo. E poi ho vinto tanto anche sulle superfici rapide».

I giovani fanno fatica a scalfire la leadership dei soliti noti.

«Ma il rendimento dei trentenni sale sempre. Avete visto come gioca Wawrinka? E Tsonga? E Murray? E i miei connazionali? Per i più giovani non è facile scalare queste montagne. Chi pensa di essere arrivato solo per aver disputato una grande partita, ha già perso. Il tennis è durissimo. E ogni volta devi confermarti».

Si ha l'impressione che la Spagna non offra più grandi giocatori, che la vena sia esaurita...

«Vi sbagliate anche se non tutte le generazioni possono regalare grandi giocatori, top-ten di valore. Ma le scuole sono buonissime e i maestri sono fra i migliori al mondo. A maggio aprirò anch'io un'accademia, porterà il mio nome, con l'obiettivo di aiutare i ragazzi e le ragazze di maggior talento. Il progetto del tennis in Spagna è sempre all'avanguardia. E io voglio dare una mano per crescere nuovi Nadal».

Come si trova con la nuova racchetta?

«Gioco molto bene con il nuovo modello di Babolat, un'evoluzione di quello precedente, che mi permette di esaltare le mie caratteristiche un po' particolari. Specie adesso che non sono più un ragazzino e ho avuto tanti acciacchi. È importante la ricerca in questo campo».

Cosa preferirebbe vincere nel 2016: uno dei quattro major o l'oro ai Giochi di Rio?

«Dammi uno di questi successi, uno soltanto, e mi farai felice. L'Olimpiade vale uno slam. Sarebbe un bel ritorno al grande tennis dopo tutti gli infortuni che mi hanno fatto scendere di rendimento e di classifica. Se starò bene, vi sorprenderò».

«Non è finito», ha detto l'ex Pat Cash, che ha paragonato i colpi di Nadal al miglior swing del golf.

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