L'America va alla conquista dell'Europa a suon di fuoricampo e di strike-out. Nel 2007 la NFL, quattro anni dopo l'NBA. Oggi tocca alla Major League Baseball che ha deciso di sbarcare nel Vecchio Continente e, Brexit o non Brexit, punta su Londra. Per la prima volta in 150 anni, dopo Giappone, Australia, Messico e Portorico, due partite di regular season del campionato professionistico di baseball americano approdano in Europa. Prima o poi doveva succedere.
D'altronde, il baseball negli USA è una religione. In ogni famiglia d'oltreoceano non c'è una netta linea di demarcazione tra baseball e religione. Basti pensare al numero di punti di cucitura in una pallina: 108. Proprio come il numero di grani del rosario indiano. 108 è anche il numero sacro di diverse religioni. Il baseball ha i suoi riti e rituali, le sue liturgie e i suoi credi. Ha i suoi eretici e i suoi credenti, fanatici e fondamentalisti. Ed è l'unica religione dove è legalmente concesso rubare (le basi).
«Stavamo cercando l'occasione giusta per venire in Europa. Pensiamo che Londra sia il luogo ideale e siamo entusiasti di aver portato qui due grandi rivali come i Red Sox e gli Yankees»: parole di Rob Manfred, il Commissioner della MLB. Oggi alle 18.10 e domani alle 15.10 il London Stadium, teatro dei Giochi Olimpici 2012 e casa della squadra di calcio del West Ham United, dopo aver subito importanti trasformazioni per diventare un grande diamante (oltre 13mila metri quadri di prato artificiale), ospiterà lo storico debutto tra Boston e New York, acerrime nemiche da sempre.
Ci provarono, ma senza successo, anche Roma una decina d'anni fa (stadio mai realizzato) e Hoofddorp, in Olanda (stadio in stile MLB ma senza gare assegnate). C'è una più che comprensibile attesa per lo scontro diretto tra le due squadre di baseball più famose al mondo e che in totale hanno vinto 36 World Series: 27 gli Yankees (ultima volta nel 2009), 9 i Red Sox, campioni in carica. Due franchigie eccezionali anche dal punto di vista finanziario. I Bronx Bombers valgono circa 4,6 miliardi di dollari con ricavi pari a 668 milioni di dollari contro i 3,2 miliardi delle Calze Rosse che hanno un fatturato di 516 milioni.
Il baseball americano è indubbiamente un grosso affare. La prima europea non poteva che registrare il sold-out (60mila biglietti di garauno esauriti in 15 minuti). Tra Boston e New York c'è una rivalità che risale addirittura a 100 anni fa. I Red Sox imbattibili, poi la fortuna gira quando Babe Ruth viene ceduto agli Yankees dando inizio alla famosa Maledizione del Bambino. Dal 1918 Boston non riesce più a vincere una World Series, New York ne infila 25 fino al 1999. Fino a quando, nel 2004, ribaltando uno clamoroso deficit (da 0-3 a 4-3), i Red Sox sbaragliano i diretti antagonisti e dopo ben 86 anni tornano campioni. È l'inizio di un ciclo per Boston che conquista altri 3 titoli nel baseball, mentre i New England brillano 6 volte al Superbowl, i Celtics nell'NBA e i Bruins nell'hockey. I Bronx Bombers invece sono a secco da un decennio.
A Londra sarà certamente battaglia con alcuni paisà protagonisti. Stasera Boston, squadra di casa, schiererà come lanciatore partente il 30enne Rick Porcello, detto Veintidos, nipote di Sam Dente, giocatore dei Red Sox nel 1947 e figio di immigrati italiani. Nella zona degli esterni un punto di forza è Andrew Benny Benintendi, con bisnonni partiti dalla Sicilia alla volta degli USA. Se Boston vanta sul monte di lancio anche Nathan Eovandi, New York scommette sul 33enne Adam Ottavino che rafforzo la nostra Nazionale al World Baseball Classic 2009. Ma ci sarà anche un'altra sfida nella sfida, in chiave olandese. Xander Bogaerts, interbase dei Boston Red Sox, e Mariekson "Didi" Gregorius, stesso ruolo nei New York Yankees.
La City attende con trepidazione le London Series, ma guarda già a giugno 2020 quando la MLB, in base all'accordo biennale siglato, porterà sul Tamigi un altro match stellare, Chicago Cubs-St. Louis Cardinals. Show must go on.
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