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Riccardo Ferri ricorda Maradona: "Vi dico cosa è successo ​con Diego in quella notte contro l'Italia"

In esclusiva per ilgiornale.it, Riccardo Ferri ha ricordato la figura di Diego Armando Maradona parlando delle tante sfide in Serie A, con la maglia della nazionale e molto altro ancora

Riccardo Ferri ricorda Maradona: "Vi dico cosa è successo ​con Diego in quella notte contro l'Italia"

Diego Armando Maradona è morto inaspettatamente all'età di 60 lasciando un vuoto incolmabile nel mondo del calcio, tra i suoi grandissimi fan, gli appassionati di questo fantastico sport, addetti ai lavori, giornalisti e ovviamente tanti ex colleghi che hanno avuto la fortuna di giocare con o contro il Pibe de Oro. L'ex difensore dell'Inter e della nazionale italiana, Riccardo Ferri è stato uno di questi avendo "battagliato" per diversi anni sul terreno di gioco in Serie A e con le nazionali.

In esclusiva per ilgiornale.it, Ferri ha ricordato la figura di Maradona, ha snocciolato diversi aneddoti da avversari sia con la maglia dell'Inter, che con quella della nazionale e molto altro ancora:

Ferri, come ha appreso della notizia sconvolgente della morte del Pibe de Oro?

"Ero a casa e ci sono rimasto davvero male. Poi, come succede spesso quando vengono a mancare mancare persone che hai frequentato nella tua vita, soprattutto nell’ambito sportivo dove per certi versi tutti pensano che siamo immortali, la notizia ha risalto ulteriore ma purtroppo in negativo. La morte di Diego è un dispiacere immenso, mi ha colto alla sprovvista, ha fatto parte di un percorso della mia vita professionale e dunque mi tocca da vicino. Ho avuto la fortuna di potermi confrontare con l’icona del calcio, la massima espressione del calciatore e di questo ne sono fiero. Ricordo le tante sfide con la maglia dell'Inter, contro il Napoli, e con la maglia della nazionale e questo mi provoca molta amarezza e tristezza".

La vita di Maradona è stata sempre fatta di eccessi: pensa che questo possa aver influito sulla sua morte?

"Facendo una considerazione a 360 gradi il suo percorso di vita è stato travagliato, ha sfidato ogni giorno la vita, il, rischio è sempre stato alto. alto. L'abuso di droga e qualsiasi tipo di abuso di sostanze sono una piaga dolorosa che lascia dietro si sé disgrazie. Quando si fa ricorso a determinati espedienti ci sono problemi radicanti e molto profondi e può succedere a chiunque, chiaro che quando succede a persone di alto rilievo e di spicco come Diego la cosa fa ancora più effetto e ha più risonanza".

Maradona è definito da molti addetti ai lavori e non il miglior giocatore del mondo. Lei è dello stesso avviso?

“Diego sicuramente è stato uno dei più forti, se non il più forte. Proprio ieri facevo una considerazione su Maradona perché quando arrivò in Serie A c’erano già i più forti calciatori al mondo e lui era la punta di questa piramide. Sto parlando di gente del calibro di Platini, Careca, Gullit Van Basten, Careca, Matthaus. Lui era la stella e li incarnava tutti e questo fa capire quando grande fosse Maradona. Diego ha poi dimostrato di essere forte in altri campionati e con la maglia della nazionale. Il gol che siglò all'Inghilterra è stato il più bel gol per qualità, per tecnica, forza, equilibrio, personalità. Mi sembrava una discesa libera alla Alberto Tomba e questo la dice lunga sulla sua grande qualità. La cosa che poi lo rendeva forte era la sua tecnica sopraffina nei palleggi, la cosa bella però è che lui la faceva con dieci avversari attorno che gli volevano prendere la palla e lui riusciva ad avere la meglio, era qualcosa di incredibile".

Lei ha affrontato Maradona da avversario anche con la Nazionale e torna alla memoria la famosa semifinale Italia-Argentina nel mondiale del 1990. Ci racconta un aneddoto di quella partita?

"Diego era molto abile in campo ma anche a livello dialettico. Ricordo bene la polemica che creò alla vigilia quando disse che il pubblico di Napoli, dove poi si giocò la semifinale, dovesse essere trattato meglio dal resto dell'Italia. Penso che dopo quelle dichiarazioni una buona fetta del pubblico fece il tifo per l'Argentina. Diego fu scaltro e opportunista a fare il suo gioco e a dire il vero c'era una piccola percezione in campo che fosse riuscito nel suo intento di portare parte dei tifosi azzurri dalla parte argentina".

Maradona era nervoso in campo in quella partita. Che ricordi ha del Pibe de Oro in quella sfida delicata?

"Per prima cosa devo dire che Maradona era un avversario leale, uno che non si lamentava mai anche quando prendeva botte incredibili. In quella partita non brilllò per protagonismo ma noi facemmo una grande partita difensiva, appena prendeva palla cercavamo sempre il raddoppio perché era il punto di riferimento assoluto di quella nazionale. Lo limitammo molto, ma c’è tanto rammarico di essere stati eliminati in semifinale in casa, penso ingiustamente per il torneo che disputammo. Quella fu la creatura plasmata dal grande Azeglio Vicini, ci tengo sia ricordato e ribadito"

Maradona era un leader in campo e fuori. Era un giocatore che faceva gruppo oppure era una primadonna?

"Io ho avuto testimonianze dirette da parte dei suoi compagni di squadra al Napoli e posso affermare con certezza che fosse un leader, un trascinatore, una persona umile e un grande uomo spogliatoio. Era generoso e non si prendeva mai troppi meriti anche se avrebbe potuto farlo tranquillamente. Chi è forte ed è un fuoriclasse non ostenta perché non ne ha bisogno un po' come faceva Diego o altri campioni con cui ho avuto il privilegio di giocare. Poi lui Napoli aveva un po’ più carta bianca ma era una cosa che ci stava anche perché poi in campo rendeva sempre".

Ha affrontato Maradona da avversario con indosso la maglia dell'Inter contro il Napoli. Ci ricorda un aneddoto particolare che le è rimasto impresso della sfide tra azzurri e nerazzurri:

"Ce ne sono tanti ma penso che uno significativo fu nella stagione 1988-1989. Ci giocavamo lo scudetto proprio con il Napoli e loro vennero a San Siro molto agguerriti. Passarono in vantaggio con Careca ma noi eravamo un gruppo forte e riuscimmo a ribaltare il risultato con un'autorete e il gol di Matthaus e alla fine vincemmo il campionato. Ricordo che anche alla vigilia di quella partita Diego si divertì a provocare con dichirazioni forte. Lui amava gettare benzina sul fuoco ma in senso buono perché faceva parte del suo personaggio"

Giusto intitolare lo stadio San Paolo al Pibe?

"Credo che sarebbe un vero onore poter intitolare uno stadio a un giocatore di questo spessore internazionale. Lui ha preso per mano la squadra, la città intera e ha fatto qualcosa di meraviglioso. Ha vinto scudetti, la Coppa Uefa. Diego è stato, è e resterà un vero e proprio Dio per i tifosi del Napoli".

Molti paragonano Messi a Maradona: è un accostamento giusto secondo lei?

"Io metto sempre lui e Pelè sul tetto, per me sono i più forti. A dire il vero metto Maradona con il piede sinistro leggermente avanti a Pelé (sorride; ndr) anche perché Diego ha fatto tanto in giro per altri campionati e con la nazionale. Poi dietro a loro ci sono i vari Messi, CR7, Ronaldo il Fenomeno e altri. Messi è quello che gli assomiglia di più ma non ha la forza di Maradona, ma gli assomiglia molto per la capacità di saper condurre la palla, per la grande tecnica ma soprattutto per la velocità di pensiero che caratterizza questi fuoriclasse senza tempo.

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